PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 15/11/2002
Nostra è l’ora che scocca;
dalla vicina torre.
Più non diciamo domani:
domani ha mille anni
e non ha tempo d’aspettare.

Sotto il cappelluccio di paglia storto,
io ti rivedo a misurare l’orto.

Gioia, che gioia l’odore d’anice del finocchio,
l’insalata cappuccio
e la grande foglia del cavolo mappamondo.

Se mi abbandono ai sogni
torna il tuo viso a consolarmi, madre
e passa tra le sbarre
e bacia i miei capelli
e dolce mi persuade a pazientare.

Poi se ne va, lasciandomi a pensare
che, quando tutto sulla terra è nulla,
torna mia madre
a dondolar la culla.



Luca
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)