PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 16/05/2013
Emergi dall'ombra pendola sola
ricordi;
tic tac tic tac
sinistra destra destra sinistra
il tuo fendere colpi al tempo vanifica i fumi
e qualche insana allegria sembra giocare
come quei fiori che cadono dai rami
in questo Maggio che merita il silenzio;

i fiori giocano scuotono l'aria, spargono odori
estrema dolcezza in una melensa luce tiepida
che incendia quest'occhi annoiati
mentre osservo alghe e muschi tirati dai flutti
e m'immagino sasso alla corrente
troppo pesante per tornare a galla
troppo piccolo per restare immobile;

qualcuno mi definirebbe depresso
io mi colloco negli annoiati,
ah sì, quanto poco sopporto tutto quanto
una canzone diceva che le parole sono inutili
e che il loro esistere può solo ferire
ma benchè abbia sempre pensato il contrario
mi è ormai innegabile ammettere l'errore;

oggi il cielo ha beffardamente palesato istanti di luce
prima di travolgere tutti con un acquazzone
quasi a ricordare che le gioie non sono perenni
ma solo miseri inganni di chi si crede felice
qualcuno direbbe che il paesaggio si filtra coll'animo
allora o l'animo mio è guasto oppure è tutto reale;

solo ora colgo l'esile esistenza di queste parole
qualcuno potrebbe leggerle e travisarle, distruggerle;

per una volta non ho metafore ed inganni
come l'acqua come quei flutti la penna scorre
e la voce tace parlando solo col pensiero
che tutto ascolta e tutt'altro ignora;

forse qualcuno s'annoierà a leggere
e dopotutto questo lo vorrei si capirebbe la mia noia
il posare lo sguardo su parole su volti su azioni
che nulla vogliono mostrare nè dimostrare;

annullo i punti di questo testo, metterli nulla muterebbe
e allora io proseguo tra virgole e altre interpunzioni
che spesso s'ignorano perchè la "poesia" è libera
ma libertà non significa casino significa rispetto
quello che manca quando si ascoltano consigli
quello che viene ammutolito quando si parla
e resta solo l'invettiva arrogante;

inizialmente volevo lasciare il testo tutto unito
speranzoso che avrebbe scoraggiato qualcuno a leggere
ma poi mi son detto non ne vale la pena,
per cui lo trovate nelle sue povere strofe,
e sembra quasi strano che l'avessi desiderato,
tutti o quasi s'augurano d'essere ascoltati
quasi per un insano desiderio d'essere riconosciuti
ma io non lo voglio o almeno non mi è d'interesse primo
mi basta sapere che ho scritto
e se qualcuno leggerà io non avrò colpa;

inizio a pensare che forse è un po'crudele dire ciò,
ma non voglio lasciare al destino tutta la gioia
almeno in quella che appare apatia voglio muovermi
lanciare coltelli sperando d'abbattere le nuvole
forse un buon temporale rinverdirà i pensieri;

per chi ama le citazioni il titolo non è inventato,
riprendo il miserabile grande "amico" E.A. Poe
e la sua poesia d'un corvo che dice: Nevermore;

e adesso più che sempre sento in me quella parola,
mai più acconsentirò a ingloriosi meriti
mai più mostrerò finezza perchè è buon costume
se non piacerà capirò ma troppo ho detto sì
un sì che mi ha portato a morire dentro
un sì che ha permesso d'abolire la mia volontà
un sì che tornando indietro resterebbe tale
perchè sono incapace per natura o educazione
ha negare qualcosa a qualcuno che sento vicino;

ascolto adesso mentre scrivo Summer Wine
loro cantano, Del Rey è amabile
mi faccio sedurre da musica parole,
però non ne colgo l'essenza, non bevo,
ma questo forse non centra, e che non la conosco bene,
eppure ascoltandola per la prima volta la amo
anche sapendo che non è l'originale
e già ricordo una parte del testo
strawberries, cherries and an angel's kiss in spring
my summer wine is really made from all these things;

davvero lungo questo testo, forse non apparirà
allora lo salvo prima che si perda nel mar della poesia,
sì per me questo è una delle poche poesie scritte
la maggior parte per quanto apprezzate le chiamo testi
troppa umiltà? Auto-punizione? Niente di ciò,
è rispetto per la poesia;

magari un giorno rileggerò The Great Gatsby e l'amerò
come i Finzi Contini che mal sopportai in seconda liceo
ed ora rileggo con piacevole autocompiacimento, non so perchè;

io parlo poco, e quando parlo non piace o annoia;

io saprei definire la pazzia,
l'ho letta, l'ho vista, l'ho toccata quasi vissuta
sembra un sorriso che non puoi cancellare
è come alzare al massimo il volume del silenzio
è quiete ed inquietudine che sgorgano l'una dall'altra
è essere indifferenti e soffrire con gli altri
è contraddizione e logica perfetta come la violenza;

adesso qualcuno starà pensando, cavolo che noia,
ma questo qui non aveva nient'altro da scrivere
un bel madrigale, un sonetto, un testo sui fiori,
beh sono spiacente ma non mi pare il caso
ad altri lascio il lavoro di copiatura
ad altri lascio il lavoro di costruzione,
volete i fiori? Leggete D'Annunzio,
un sonetto? Ce ne sono tanti nella letteratura
perfino quelli di Shakespeare sono belli;

troverò mai qualcuno che abbia letto Maeterlinck? Forse,
il suo Oiseau Bleu è fantastico;

quanto parla questo corvo vero,
ma tranquilli presto concluderà;

incomincio a perdere lo spirito del testo
la passione la foga le sento svanire lentamente
quasi come l'ebrezza quando sale il mattino
e m'assale un fitto mal di testa, presto passa;

quasi non riesco a credere di impiegare un'ora così
a scrivere a straparlare come se fossi importante
come quei politici delle piazze e delle tv del web
tutti sullo stesso veliero, un Olandese Volante
che vaga tra nebbie e onde scure, così l'immagino
e noi ancora qui ad alzare le braccia, ingenui,
ma son certo un giorno resterà solo una zattera
che vacillerà al largo come nel famoso dipinto
e staranno li ad accalcarsi per salvarsi tutti
anticipando solo la loro misera e giusta fine;

no non sono anti-politico, ho votato io,
però spero che tutto cambi presto
non me ne si faccia una colpa per questo;

questo lungo testo di varia natura mi ricorda Guccini,
ma è arduo raggiungere tali livelli
io mi limito a esprimere qualche misera considerazione,
quasi un ultima confessione,
la mia quasi Avvelenata;

il mio solito stile, parlare tanto per parlare,
ripetere più volte un concetto come se importasse;

mi viene in mente l'espressione in cauda venenum,
la ripete spesso mi madre travisandone il concetto
o forse cogliendone uno più vero
le persone son come scorpioni, ammirale,
appaiono belle ed affascinanti nel loro fare
però non star loro troppo vicino prima o poi pungono,
che triste ingiusta e vera lezione;

un tempo non amavo Virginia Woolf
troppo noiosa, pur comprendendo non vi trovavo significato,
adesso invece quasi ha fascino
come Sylvia Plath come Antonia Pozzi
amabili poetesse piene di tutto
meglio di Pascoli meglio di Verga;

adesso la mia conclusione perchè altrimenti sarei eterno,
chissà se ancora mi verrà ispirazione
o ho tutto concluso con queste parole
nate da noia frutto di solitudine frutto di abbandono
frutto d'ipocrisia frutto d'infelicità frutto di arroganza
frutto di noia frutto d'un vizioso circolo,
e come a voler finire pateticamente
dimmi ora o nero corvo,
torneranno parole alla mente,
o moriranno come il poeta che invocò Leonore?
- Quoth the Raven: Nevermore.

a.G.
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Essendo anchio annoiata( dicasi depressa) non mi ha annoiato leggerti anzi seguire i tanti argomenti espressi, come l' anche a me caro Guccini, mi ha tolto dalla noia trovando persino molte similitudini tra la tua e la mia . Interessante esperienza .Piacere di conoscerti. Buona vita .Cinzia

il 16/05/2013 alle 03:25

Carissimo Andrea, la noia non alberga nei tuoi versi, ma luce! La luce della conoscenza, dell'immane sensibilità del tuo cuore. Hai trasmesso la tua malinconia in un giorno dove il sole a barato nascondendosi e inondando di lacrime il cielo. Il tuo cantar è come un filo indistruttibile, impossibile non seguirlo con passione. Tu senti troppo e troppo forte. Non pensare nemmeno per un attimo di essere noioso. Sei sublime, sia nell'esposizione che nei contenuti. Non ho mai conosciuto, nè mai conoscerò un ventenne maturo e colto come te. Tesoro, le parole arriveranno ancora e come un fiume in piena rallegreranno i nostri cuori e apriranno le nostre ottuse menti, imparando da te, sempre qualcosa di nuovo E' vero, nutro un grande affetto nei tuoi confronti, ma questo non inquina minimamente la grande stima che nutro per GaudenzioI,Grande poeta! Un bacio, patty

il 16/05/2013 alle 09:01

scusa....ho dimenticato una H... ha barato... un altro bacio

il 16/05/2013 alle 09:02

no, non mi sono annoiata ma ho letto con molta attenzione la tua lunghissima poesia? riflessione?dissertazione? Passi con disinvoltura dalle emozioni personali, fltrate dalla tua enorme sensibilità , a riferimenti culturali a 360 gradi, trovare qualcuno, che dice di avere vent'anni, che abbia letto già tanto tempo fa F.S:Fitzsgerald, che abbia letto in seconda liceo I Finzi Contini, che conosca Maeterlinck, la Lenore Di Bürger,Poe ed altri ancora è davvero straordinario( insegno letteratura tedesca e conosco i giovani, ) , anche se il giovane Hofmannsthal, con lo pseudonimo di Loris, scriveva versi incantevoli e maturi a soli 14 anni! in ogni caso sei una lettura gradevole e culturalmente molto interessante un abbraccio lilli

il 16/05/2013 alle 09:18

Quando un testo è come questo, vasto, ragguardevole, articolato, “qualcuno potrebbe leggerlo e travisarlo”, infatti, per non incorrere nell’errore io l’ho copiato, incollato su un foglio di word e l’ho letto più volte. Credo si possa definire un lavoro sul valore dell’esserci e in che modo. Andrea dà ai suoi problemi un duplice valore, quello più astratto che affronta nella ricerca dell’ideale e quello più concreto che biasima e vorrebbe allontanare. “Disse il corvo” è un trattatello di logica e filosofia coordinato da dialettica raffinata e da un’assoluta razionalità. Andrea spazia trai fiori di maggio e la noia, studia il peso delle parole, analizza la gioia e l’inganno, medita sul valore del suo scritto, forse troppo lungo e sconnesso. Non si dà pace: il silenzio per pensare o la musica per distrarsi e ispirarsi, mostrare o dimostrare, sconnettere o costruire? Chi scrive conosce il gran valore della sua educazione e ne fa quasi psicoterapia, si destreggia a fatica, ma sa reagire agli stimoli. Andrea teorizza i possibili modi del suo essere e in fondo si riconosce; padroneggia i suoi pregi e i suoi difetti; finisce per individuare il rifugio che lo gratifica: scrivere e poetare.

il 16/05/2013 alle 10:44

avendo letto piu' volte il testo non mi sono annoiato e anche tu dici di essere annoiato ma io penso che sia piu' un cambio di stgione con le incertezze che porta,un salutone

il 16/05/2013 alle 15:19

Quando il corvo smetterà di parlare, lascerà il posto ad una bianca colomba. Ascoltala. Ciao

il 16/05/2013 alle 22:56

E' assai complesso Andrea aggiungere qualsivoglia nota a quanto è già stato detto da te nel tuo scritto e dai poeti di Ph nei loro commenti. Io dal canto mio non riesco a non farmi pervadere nella lettura del tuo testo dal desolante senso di colpa che mi pervade ogni volta, e lo faccio in momenti topici del mio percorso personale, in cui mi accosto al Corvo di E.A.Poe, Amo quei versi ed amo quell'annichilimento che vi trova posto mi ci riconosco in qule timore nel Nevermore e nella speranza che quel mipiù si trasformi in un ancora, consapevole che Lenore non potrà più essere non perchè qualcuno o qualcosa me la ha portata via, ma perchè io non sono più ingrado o di riconoscerla o di apprezzarla, o di amarla ancora perdutamente come accadde quando essa era parte della mia esistena, ma il corvo ripete, mi ripete Nevermore, maipiù, ed in questo incedere perverso di un ancora maipiù, mi addrmento come fa, nel testo Bisanzio di Guccini, coprendosi con il mantello il capo sulla torre Filemazio, poeta astronomo forse saggio, costretto come un cieco a brancicare attorno, per l'età per la delusione o per la estrema consapevolezza dell'essere... Io conosco il corvo ed anche filemazio, ma so anche dire , e tu dillo con me, Sentinella a che punto è la notte ? sergio

il 17/05/2013 alle 06:27

"Nell'immenso isolamento, nell'immensa ignoranza in cui ci dibattiamo non abbiamo altro modello, altro punto di riferimento, altra guida, altro padrone che la natura; e la voce che ci consiglia a volte di allontanarci da lei, di rivoltarci contro di lei, è ancor da lei che ci viene. Cosa faremo, dove andremo, se non l'ascoltassimo?" "Attenzione! Ecco le lingue di fiamma del Gulf-Stream! Allontanate i loro baci dalle pareti della noia! Non hanno più messo neve sulla fronte dei febbricitanti; I malati hanno acceso un fuoco di gioia, E gettano a piene mani i gigli verdi nelle fiamme! . Appoggiate la vostra fronte alle pareti meno calde, Aspettando la luna al vertice della campana, E chiudete bene i vostri occhi alle foreste di pendoli blu e di albumine violette, restando sordi alle suggestioni dell’acqua tiepida." è bello leggerti in questo modo.. per il resto, ugomas mi ha pienamente anticipato! un abbraccio annoiato, amicomio! francesca :)

il 17/05/2013 alle 08:03

x raggiodisole: Grazie Cinzia della lettura e del commento, felice che la lettura ti abbia tutt'altro che annoiata e che abbia anzi avuto effetto contrario. Ancora grazie ti saluto andrea^^

il 17/05/2013 alle 18:32

x atena: Cara Patty, anzitutto per l'errore fa niente, anzi a scusarmi son io che nel testo ho osato scrivere "Ha negare" errore imperdonabile il mio...ecco perchè hai dimenticato la H, te l'avevo rubata io in anticipo..^^..a parte questo...Ti ringrazio per il tuo sentito commento, le tue parole mi onorano, come persona e a sentire te anche come poeta pur non ritenendomi tale...sarò ripetitivo forse, grazie infinite ti abbraccio tantissimo ^^

il 17/05/2013 alle 18:36

x moma: Ciao lilli che piacere sentirti, diciamo che questo testo potrebbe essere declinato con più attributi, i tuoi mi soddisfano...felice di non averti annoiata....ancora una volta riaffermo la mia giovane età, sono del '93, su questo non ci piove...non sapevo insegnassi letteratura tedesca..un piacere apprenderlo, pur non conoscendola approfonditamente quel poco che so di autori tedeschi è davvero bello ed interessante...Fotzsgerald e Bassani sono entrambi autori che ho letto in seconda liceo, Maeterlinck è un autore che ho scoperto per caso cercando dei libri in biblioteca e che poi ho approfondito anche con ricerche sul web, Lenore dalla poesia di E. Allan Poe "Il Corvo", per me un grande capolavoro della poesia...comunque non credere che conosca poi così tanto, molti autori li ho conosciuti attraverso testi antologici e successivamente li ho apprezzati nelle loro opere intere, quelli nominati in questo testo(ed altri non citati) li ho letti invece bene...ammetto di non conoscere l'utore tedesco di cui hai parlato alla fine del tuo commento apprezzato fino in fondo, farò ricerche, ciao^^ andrea.

il 17/05/2013 alle 18:46

x ugomas: Caro ugo, il tuo commento come sempre mi gratifica e mi aiuta anche a scoprire lati del mio testo che magari pure a me sono celati. Che si possa considerare questo testo come un trattatello di logica o filosofia sento di escluderlo in quanto a parte brevi passaggi di considerazioni personali sulla poesia e lo scrivere c'è ben poco di filosofico, però non è da escludersi sui passaggi in cui parlo di inganno e parola...per il resto sento di poter confermare quanto da te detto, specie nella tua apprezzabile e amabile conclusione. Un caro saluto e ti abbraccio, Andrea.

il 17/05/2013 alle 18:52

x gpaolocci: Caro paolo forse hai ragione tu...comunque è uno stato d'animo che per ora è passato...grazie del tu caro passaggio, andrea^^

il 17/05/2013 alle 18:53

x ppcalzelunghe: Cara pp mi allieta il tuo commento...apprezzo il tuo intento però anche il mio corvo va benissimo, magari ha la sua asprezza e non ha nel suo dire la delicatezza di una colomba, ma almeno è sincero e di quella sincerità mi nutro, come già una volta dissi per me il corvo è simbolo positivo, il suo nevermore non è per me lapidario ma anzi arbusto cui aggrapparmi per rialzarmi e continuare...grazie ancora ti abbraccio andrea^^

il 17/05/2013 alle 18:57

x zordoz: Caro Sergio mi spiace che il rievocare il testo di Poe accenda in te bagliori di inquietudine che mi auguro già siano fuggiti...grazie per avermi ricordato la Bisanzio di Guccini, il tuo commento mi lascia tanto dentro e molto su cui meditare in un certo senso...ti abbraccio, ciao e grazie ancora andrea.

il 17/05/2013 alle 19:01

x Fridapi: Cara Franci, grazie per questo mosaico di brani di Maeterlinck, ammetto che il primo non lo conoscevo, il secondo invece l'avevo trovato a suo tempo sul web, testo davvero bello, interessante è constatare come quelle parole possano diventare commento a questo testo, operazione che solo tu mia cara amica potevi fare...grazie ti abbraccio, ora non più annoiato, andrea^___^

il 17/05/2013 alle 19:04

Sono tanto felice per tutte queste gratificazioni che hai ricevuto e che meriti in pieno! Un affettuosissimo abbraccio,pattycara

il 17/05/2013 alle 21:15

Tra l'altro inaspettate poichè davvero mentre o scrivevo pensavo ciò che nel testo ho scritto e speravo anche nell'insuccesso del testo...alla fine almeno su questo testo sento di poterlo considerare come poesia...ti ringrazio come sempre, ti abbraccio, ciao^^

il 17/05/2013 alle 21:27

Credo che leggere comporti un impegno rilevante e da qui ne consegue la scelta se continuare o arrestarsi. L'ho letto con la costanza di verificare se la tua mente fosse sempre più ispirata dopo ogni strofa e mi accorgevo ch'eri come un fiume che scorre sereno e non impetuoso. La tua confessione è liberatoria e desiderosa nello stesso tempo di controllare se i confini della tua noia si siano ritirati davanti all'interesse di chi ti legge. Sai che non annoi e che hai il bisogno di esprimere le controversie del tuo carattere e del tuo modo di porti. Penso di poter seguire questo tuo bisogno di confessione con l'imparzialità di chi non deve intromettersi ma deve assecondarti perchè tu ti senta libero di esprimere la tua razionalità così perplessa e dolente. Ecco perchè "liberatoria". Se scrivi è perchè vuoi essere ascoltato e non ti crei imposizioni o limiti. Parlare è spesso un vizio irrinunciabile per coloro che espirano aria e segni vuoti. Ascoltare e riflettere è un segno di distinzione, parlar poco un segno di saggezza. E potremmo restare ancora ad ascoltarti... Il mio pensiero e il mio saluto.

il 18/05/2013 alle 15:04

Caro amico, sono lieto di leggere il tuo pensiero in merito a questo testo...sicuramente il testo ha da definirsi anche liberatorio, più che altro per scacciare dello sconforto e della noia appunto...riguardo la volontà d'essere letto può darsi, sinceramente se così è rimane tutto a livello inconscio, quando l'ho scritto non volevo fosse letto o meglio volevo fosse letto per le prime righe e poi abbandonato, quasi a confermare il mio stato d'animo di noia che non è passato nel testo, o meglio non ha sortito quell'effetto ha giudicare dai commenti...sicuramente la tua analisi dopo quella di patty è quella più psicologica ed indagatrice dell'animo e per ciò ti ringrazio. Riguardo il sapere che non annoio stando ai presenti nel sito forse lo sapevo, però allargando la sfera anche a chi non è parte di Ph, più volte mi son sentito dire che annoio. Comunque nel testo ho voluto esprimere più di quanto potessi in uno stato di apparente apatia. Non mi dilungo oltre, io ti ringrazio come sempre, colgo l'occasione per ringraziare nuovamente gli altri ciao Decio, un caro abbraccio, andrea

il 18/05/2013 alle 15:19