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Pubblicata il 06/05/2013
Ad un teschio

morto vestigio, memoria presente
d'un dì futuro; impietoso mostro
di sciocca e vana follia vivente,
ché un regio osso è bianco quanto il nostro.

ai miei vivi affanni sempre risponde
del tuo fermo silenzio il freddo riso,
ch'in me, più del fragor dell'alte onde,
ampio risona, e straccia il mio viso.

l'orbita vuota che oscura m'ammira
qual specchio mostra un vile destino:
glorie e onor saran cenere in pira.

tremo, dispero, e ardemi il core,
al tuo orrido ghigno il capo reclino:
ma negl'occhi fugaci danzan le ore.

note:
v.2 mostro = oggetto che mostra
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un opera d'arte,bravo

il 06/05/2013 alle 21:55

Il tuo bellissimo testo ha solleticato la mia memoria rimandandomi a diverse ambiti dal teatro alla pittura, al cinema...non che vi trovi un legame intenzionale, ma proseguendo per associazioni libere la tua dedica al teschio come scrivevo mi ha riportato molte cose, che non starò ad elencare, alla mente...complimenti, dallo stile impeccabile e alle immagini dal gusto anti-classico è tutto un susseguirsi di piaceri per la mia testa, ciao^_^

il 06/05/2013 alle 21:55

Grazie infinite ad entrambi! :)

il 06/05/2013 alle 22:13

Bellissima poesia,complimenti,patty

il 07/05/2013 alle 08:34

Grazie!

il 07/05/2013 alle 15:01