PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/05/2013
Una macchia;
un’altra ancora.
questa è la mia realtà
senza artificialità,
questa è la mia realtà.

il mio volto è come il tuo
è il volto di dio e il volto è il mio
è come il suo e il volto è del fio
questo è il volto mio.

dietro le carni le ossa
dentro le ossa il vuoto
l’aria è la vita che m’attraversa
lima i contorni poi fugge via.

imbocca la via,
il viale desolato aspetta qualcuno
ma non giunge nessuno io vado via
questa illusione non è casa mia.

magari l’incontro d’una fiera dalla coda aguzza
avrebbe dato il sembiante umano
ma solitudine ed inganno giocano
questo tutto perdersi di petali in un prato.

costruisco rami di mani
per i miei corvi imperiali
in terre lontane hanno mosso le ali
giunge la luna dove sono i neri alleati?

c’è un gioco infinito caduto nel mito
tu dici un nome ma nessuno risponde
diventi quel volto hai perso per sempre
non chiudere gli occhi tanto è già notte.

un suono di ossa interrompe il tuono
è l’alba o il tramonto forse è un sogno
il mulino già gira persa la gioia
guarda nuvole sopra la noia.

fisso il cielo solo il sole si muove
un pregiato teatro d’inganno
tanto voluto tanto dissimulato
cerco il lupo da tutti dimenticato.

cammino;
passo basso ancora più piano
dritto tra foglie secche senza voce
un ululato d’ossa io vado cercando.

vaga il poeta nella prigione
non fatta di mura ma fatta di luoghi
il mondo che appare quello che scompare
la spiegazione non te la so dare.

una macchia;
un’altra ancora.
questa è la mia realtà
lupo dove sarà la mia realtà
se ti faccio un applauso giù la maschera.

a.G.
  • Attualmente 4.33333/5 meriti.
4,3/5 meriti (3 voti)

Questi tuoi versi, sempre molto originali e scorrevoli, solo apparentemente spiritosi e leggeri, mi portano ad ampie riflessioni. Le macchie sono una vera e propria arte; non dimentichiamo i famosi Macchiaioli della seconda metà del 19° secolo. Non sbagli, il nostro volto è fatto a immagine e somiglianza di Dio, ma rimane un’espressione sicuramente personale. Dici il giusto: la vita ci attraversa e poi fugge via, sta a noi saperla utilizzare al meglio, è un dono di cui non tutti sanno apprezzare il valore. Oserei dire che la solitudine è una di quelle immagini distorte di cui parli ed è anche l’artefice di visioni alterate. Il seguito della poesia si fa agitato, confuso, alquanto burrascoso, ma rende bene il pensiero: quello che in realtà è, quello di un poeta che vaga nella prigione non fatta di mura. Direi che “Imago Distorta” può considerarsi anche l’affannosa ricerca di chi vuole fare buon uso della sua giovinezza e del suo innato talento.

il 07/05/2013 alle 12:30

Grazie dell'attenzione nonchè del prezioso commento, e della pazienza che mostri nella lettura dei miei testi e alla ricerca d'un significato...grazie per aver notato che nonostante il tono quasi allegro e disinteressato del testo in realtà tutto è apparenza....riguardo le macchie non avevo pensato ai Macchiaioli, tra l'altro artisti davvero piacevoli, ma mi riferivo a come vedo la realtà quando tolgo gli occhiali(le "artificialità" come nominato nel testo). Riguardo il pezzo sui "volti" non volevo ribadire che l'uomo è fatto a somiglianza di Dio, semmai io credo nel contrario, e quindi volevo sottolineare come seguendo questa linea di pensiero spesso possa diventare labile il confine e quindi, questa è un'altra Imago distorta, l'uomo diverrebbe dio e al tempo stesso però non lo è..forse non l'ho spiegato bene ma saprei trovare parole migliori. La solitudine diventa illusione, che si combina con quella dell'eterna attesa, l'attesa di qualcuno, magari noi stessi, che però mai giungerà e qui un'altra immagine distorta, come tu ben hai notato Ugo. Il passaggio della vita e delle ossa mi è venuto in mente vedendo un monumento che c'è in un parco a Brescia, città dove studio, e questo monumento in bronzo credo raffigura degli uomini che però sono trasfigurati in involucri vuoti in cui pelle e ossa sono fuse e quindi ho immaginato al vento che passa e lima finemente i contorni, come la vita con l'uomo...sempre sulla solitudine per sottolineare come possa divenire inganno e generali al contempo ho voluto rubare l'espressione usata da Dante nel canto XVII dell'Inferno per descrivere Gerione(Ecco la fiera con la coda aguzza, che passa i monti e rompe i muri e l'armi). Questo perchè la solitudine spesso si presenta come un volto amico in cui credere per superare il proprio dolore o fuggire le crudeltà del mondo senza però accorgersi che lentamente si muore, e si vive in un inganno....I versi successivi sono un eco ai precedenti però assumendo immagini surreali e toni quasi folli, il gioco d'una fiaba e la recita della vita e altro che forse sfugge pure a me...Tutto frutto di Imago Distorte...ecco....grazie e scusa per il lungo commento, ciao, caro Ugo Andrea.

il 08/05/2013 alle 17:53

....Mi hai fatto venire in mente " Il volto", uno dei capolavori di Bergman.....ma non ricordo molto bene la trama....Dovresti interessarti presso qualche Cineforum ......Poi, il proseguimento si fa un po' confuso......Mi è venuto in mente anche un'altra famosa pellicola degli anni "50, pensa un po', il cui titolo è "Dio ha bisogno degli uomini"......Forse l' autore era un francese...Il film si sviluppa, ovviamente, nel modo in cui alla fine sono gli uomini ad aver bisogno di Dio.....La fiera dalla coda aguzza mi è piaciuta...Mi ha fatto venire in mente l' Apocalisse ma, onestamente, non mi ricordo, in questo momento di come abbia la coda..... Un abbraccio, rom.

il 08/05/2013 alle 17:58

Mi hai aperto un mondo caro rom...non conoscevo i due capolavori di cui mi scrivi...proverò a fare ricerche in rete più tardi perchè sono curioso, specie su quello di Bergman...credo che molto delle parti confuse e della fiera io l'abbia chiarito con il commento ad Ugo, perciò non mi dilungo oltre su questi aspetti...il riferimento alla bestia dell'Apocalisse non lo avrei mai pensato io, forse perchè ne darei una rilettura diversa...riguardo Il volto dell'uomo e il volto di Dio ho solo riproposto una visone che sempre avuto e che avevo chiarito in un mio vecchio testo..."Dio è solo"....grazie rom, ti abbraccio, andrea^^

il 08/05/2013 alle 18:11

apprezzo la tua spiegazione.. cm sempre molto concreta.. parti da concetti e visioni assolutamente reali, totalmente sensoriali, per giungere in modo speciale a scrivere di idee di grande livello.. eppure, ciò che prima mi sn sentita di dirti, nn riesco a togliermelo dalla mente.. nel senso che ho l'impressione che tu scriva cercando di mantenere sempre l'unione tra i versi e te stesso.. eppure le parole, che vivono nei tuoi componimenti in piena autonomia, hanno la capacità, senza che gliene dia il permesso, di svelare ciò che nell'animo tuo, negli anfratti del cuore, rimane apparentemente sopito.. perciò non avevo pensato a dio.. (anche perché lo hai scritto in minuscolo) ma ad un'altra persona.. che in un certo senso, come si legge dal testo, può essere considerato cm il burattinaio che tira i fili.. e tu, sei ancora sl una serie infinita di macchie, cm i pezzi di un puzzle, cm quelle ossa scomposte, che attendono, sempre cn eleganza (ma anche con angoscia e fremito, visto il caos degli ultimi versi) che si possano ricomporre cn una nuova luce e un nuovo significato da cedere volentieri al passato.. ma.. cm mi dicevi.. ho sbagliato.. perciò.. :)

il 08/05/2013 alle 18:22

Questo è vero, ho sempre pensato che comunque quando una persona scrive un testo, per quanto razionale voglia e riesca ad essere qualcosa dal profondo nasce sempre e si trasmette involontariamente nello scritto...quindi può darsi che il tuo ragionamento non sia del tutto errato, probabilmente è passato in maniera inconscia quell'immagine...e comunque secondo me non hai sbagliato...hai dato una risposta seguendo una interpretazione diversa....però come scrivo nel testo, e nell'altro che ho appena caricato...non so dare spiegazioni esaurienti...ti abbraccio franci, grazie andrea^^

il 08/05/2013 alle 18:29