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Pubblicata il 13/11/2002
Le Rocce Rosse s'ergevano altere
tra i flutti di un mare
del blu più profondo.

Le vidi un mattino
d'inverno inoltrato.
Il grigio del cielo
la spuma biancastra
di fredda tempesta
purpuree escrescenze
terrene e immortali.

Da quei fianchi rapita
m'avvicinai a riva
per tramutarmi in scoglio
di roccia vermiglia
per far di me figlia di ripido ventre.

E in quella lotta
d'imperiosa natura
il torbido vento ululò di piacere
mi penetrò la pelle
e diventai pietra
montagna nascente
finalmente unita
alla gran Madre Rossa.

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flo

Ciao Nicole,
anche questa tua poesia (come altre) mi ha toccato.
Molto bella
FLO

il 13/11/2002 alle 19:17