Non è come poesia quello che riverso
in parole di suono d'immagine verso per verso
che dovrebbero trovare la rima musicale
che dovrebbero risaltare l'aura spirituale.
non posso dire d'aver volato coll'albatro
se il corpo sempre è rimasto al suolo ancorato
nè posso dire d'aver udito il vento parlare
se le sue parole non hanno lettera e voce.
ho sondato l'animo il ricordo e il perduto
e il tiepido verso ho trovato nel tempo passato.
ho attraversato il sogno e l'allucinazione
e l'incanto della follia ho trovato nel volto dimenticato.
in debito il mio pensare con i canti di Ossiano
e il primo amore l'ho trovato nel canto provenzano.
già chiedo venia per la parola appena creata
era solo il tentativo d'una falsa rima aggraziata.
troppo i debiti morali e di parola accumulati
solo il mio semplice scrivere vi avrà disturbati.
ma solo non sono su questa via
perchè la tecnica del furto non è solo mia.
quante le genti che hanno sporto il volto
in quelle finestre dell'artista passato
e quante ne hanno preso il verso limato
che molti avrebbero già una greve multa da versare.
ma l'onor del poeta non è il semplice ripetere
piuttosto il saper di non poter eccellere
perchè il Grande è venuto e l'impronta ha lasciato
e quindi trovare la nuova via del verso
che sgretolando la matassa dell'incivile realtà
saprà rinascere a nuova vita diverso
innalzando l'animo il ricordo e il vero
cola forma vecchia del nuovo trovato.
non posso dire d'essere poeta nè scrittore
se il mio lascito sono parole vuote
nè posso affidarmi all'orgoglio dell'uomo
se l'uomo stesso sa ingannare l'orgoglio.
non è come poesia questo lungo verso
nè vole esserlo perchè lo scopo è diverso.
ricordare a me stesso che sono umano
che il vissuto c'è stato e segni ha lasciato.
a.G.
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