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Pubblicata il 29/04/2013
miran le mura di Troo di Diomede e di Pirro la pena,
vinto d'Elleno il germoglio appassisce,
solida e invitta così dei Dardani la rocca permane;
solo un arciere la sorte poteva
fiero e valente piegar, Filottète su Lemno ferito:
orrido il lezzo gli Uguali distolse,
volle quel vulnere niun benedire con l'Arte d'Asclèpio.
desta nel sano quell'egro il timore,
atro disgusto sovvien al potente dal debole prono,
giace nel freddo abbandono il caduto:
lascian le sabbie di Troo né Diomede né Pirro pel pari.
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mi piace per quel portare a galla il sacro fuoco mai spento di chi scrisse,bravo ,ciao cate

il 06/05/2013 alle 22:09

Grazie mille! :D

il 07/05/2013 alle 11:45