PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 21/04/2013
Chi scrive in modo trascurato confessa così, anzitutto, che lui per primo
non attribuisce un gran valore ai suoi pensieri.
se è un'impertinenza interrompere gli altri, impertinenza non minore è interrompere se stessi,
come avviene nella costruzione del periodo che da alcuni anni applicano almeno sei volte per pagina,
compiacendosene, tutti gli scribacchini negligenti, affrettati e smanioi solo di guadagno.
questa costruzione consiste - quando si può bisogna dare l'esempio insieme alla regola -
nell'interrompere una frase per appiccicarne un'altra in mezzo.
costoro, però, lo fanno non soltanto per pigrizia, ma anche per imbecillità, in quanto credono
che ciò sia un'amabile légèreté che ravviva l'esposizione.
molti scrivono come i polipi corallini costruiscono:
un periodo si aggiunge all'altro periodo, e si va avanti dove Dio vuole.
la lingua tedesca* è completamente a soqquadro:
tutti le mettono le mani addosso, qualsiasi lurido imbrattacarte le si scaglia contro.

di Arthur Schopenhauer
* L'autore, stimato filosofo tedesco del primo ottocento, ovviamente rivolge ai suoi colleghi contemporanei e coetanei questo testo, nulla toglie però che sostituendo alla lingue tedesca quella italiana il testo del filosofo risulti meno errato, poichè credo sia d'opinione comune che la lingua italiana negli ultimi anni stia sempre più decadendo. Liberi di dissentire.
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)

Sono pienamente d'accordo con te. Credo che gli sms abbiano dato il colpo di grazia al modo di scrivere corretto, con tutte quelle abbreviazioni e compressioni. Ma credo anche, che Internet abbia partorito sedicenti scrittori (e mi ci metto in mezzo), persone con una scarsa preparazione culturale, ma con l'anima così cola di sentimenti e di sensazioni, che sentono il bisogno di svuotarla un po' prima che scoppi. Una sorta di seduta analitica, un'alchimia per esorcizzare paura e inadeguatezza. Questo sito, non è certo un circolo culturale per pochi eletti. Pochi sono i talentuosi, ma abbiamo la facoltà di poter selezionare ciò che ci interessa. E poi, caro Andrea, concorderai con me, in questa casa un po' magica, sono nate splendide amicizie che ci portano gioia nel cuore. Ti voglio bene e ti abbraccio,patty

il 22/04/2013 alle 07:55

Sono pienamente d’accordo con te che “la lingua italiana negli ultimi anni stia sempre più decadendo.” Atena mi ha preceduto, avrei detto la stessa cosa. A conferma di quanto saggiamente sostieni, voglio aggiungere solo un breve episodio che non dimenticherò mai. In un sito si parlava proprio di questo e intervenni per perorare la causa del nostro povero italiano! Non lo avessi mai fatto, mi saltarono addosso un bel po’ di “poeti” biasimando la mia indelicatezza e rivendicando l’assoluta inutilità della cultura per chi scrive poesie o racconti. Non aggiungo altro. Buona giornata.

il 22/04/2013 alle 12:22

Di sicuro la tecnologia non ha aiutato a perfezionare la lingua inoltre se contiamo il fatto che la lingua viene ogni giorno contaminata da anglismi e parole di natura varia non ne veniamo a capo....riguardo il sito è vero che internet permette a molti di conoscersi e farsi conoscere, io sono felice di aver conosciuto persone come te, franci, cantorom e molti altri quindi di sicuro c'è un elemento positivo da considierare...ti abbraccio^^

il 22/04/2013 alle 15:34

Caro ugo spesso gli errori non si vogliono riconoscere e quindi poi avvengono vicende come quella da te descritta in cui appena si tenta di sottolineare come la lingua stia incontrando difficoltà nel rimanere una buona lingua e di come la cultura sempre più venga messa da parte per essere, indegnamente secondo me, paladini di uno stile che non vuol conoscere regole e limitazioni(che per carità la libertà d'espressione ci può stare tutta però non ci vuole molto a superare il confine tra stile particolare, con un'intenzione specifica, e imbarbarimento della lingua). Viviamo in un era oltre il post-modernismo culturale secondo me ma ciò non significa distruggere una lingua, significa saperla utilizzare in modo diverso innovativo magari riprendendo vecchi stili ma rinnovandoli, pur mantenendo sempre la logica ed il rigore d'una buona sintassi etc...grazie del tuo prezioso e graditi intervento.

il 22/04/2013 alle 15:41

andreuccio! lo sai.. questo ragionamento lo abbiamo già fatto in una delle nostre prime disquisizioni.. perciò sai perfettamente come la penso.. e condivido in pieno.. è vero ciò che dice pattycara ma ritengo che siano due cose ben distinte e separate.. bisogna aver rispetto della nostra lingua, di ogni tipo di linguaggio e della nostra e altrui cultura! un bacio francesca :)

il 22/04/2013 alle 16:05

ecco hai perfettamente concluso con un punto che avevo dimenticato di dire...grazie compensi le mie mancanze, ciao ti abbraccio andrea^^

il 22/04/2013 alle 16:08

ti abbraccio anche io! ^.^

il 22/04/2013 alle 16:28

^___^

il 22/04/2013 alle 16:30

La sciatteria mette allo scoperto i semplici desideri di partecipare in un agone poetico in cui ci si crede alla pari. Vada pure per questa genuinità d'intenti che disconosce i limiti della preparazione di chi conforta se stesso, senza sapere o accorgersi di quelle macchie d'inchiostro che restano e non denunciano il tentativo di cancellarle. Il rispetto è basilare, ma bisognerebbe avere l'umiltà di riguardare i propri scritti, senza poi pontificare su quelli degli altri. Sia nell'esposizione della produzione personale sia nel modo di commentare, perchè spesso si aprono incrinature incomprensibili. Ma è pur sempre libertà di espressione che non deve però rasentare la violenza della lingua. E' il mio personale credo, senza alcuna vanteria, e solo per la possibilità di scrivere la mia.

il 27/04/2013 alle 14:55

Non per essere di parte, ma concordo con te Decio....ciao e grazie del gradito nonchè utile intervento/riflessione. Andrea.

il 28/04/2013 alle 17:56

spesso ci si consola a scambiar opinioni per aver il giusto mezzo e liberar la lingua da proprio paradigma. a voi chiedo quand'e che fu perfetto in forma?,quand'e che divenne nobile? e per quale ragione ne fu diffusa la scrittura? la mia risposta e questa: nel Fedro di Platone di cui ho grande stima si affronta la questione col mito del dio Theuth e re Thamus. Theuth:'' « Questa conoscenza, o re, renderà gli egiziani più sapienti e più capaci di ricordare, perché con essa si è ritrovato il farmaco della memoria e della sapienza » Thamus:« O ingegnosissimo Theuth, c'è chi è capace di creare le arti e chi è invece capace di giudicare quale danno o quale vantaggio ne ricaveranno coloro che le adopereranno. Ora tu, essendo padre della scrittura, per affetto hai detto proprio il contrario di quello che essa vale. Infatti, la scoperta della scrittura avrà per effetto di produrre la dimenticanza nelle anime di coloro che la impareranno, perché fidandosi della scrittura si abitueranno a ricordare dal di fuori mediante segni estranei, e non dal di dentro e da se medesimi: dunque, tu hai trovato non il farmaco della memoria, del richiamare alla memoria. Della sapienza, poi, tu procuri ai tuoi discepoli l'apparenza e non la verità: infatti essi, divenendo per mezzo tuo uditori di molte cose senza insegnamento, crederanno di essere conoscitori di molte cose, mentre come accade per lo più, in realtà, non le sapranno; e sarà ben difficile discorrere con essi, perché sono diventati portatori di opinioni invece che sapienti »

il 30/05/2013 alle 21:35

Grazie di questo piacevole ed interessante intervento, ammetto di non conoscere questo mito di Platone, in quanto del filosofo conosco la teoria in generale e non mi sono mai soffermato troppo sugli scritti, in quanto non sentivo mentalmente vicino l'autore di cui quindi ho letto poco. Ho comunque letto l'ho scritto e ne ho capito le principali tesi, nonchè forse il sotterraneo intento della sua pubblicazione da parte tua. Il mio pubblicare un testo comporta sicuramente ciò che l'illustre filosofo raccontava, ovvero che gli interlocutori procederanno a discorrere non tanto per verità estrapolato da una loro conoscenza, ma piuttosto da una opinione, nata dalle parole ad essi mostrati, e che io stesso sia un opinionista più che un sapiente, ma d'altronde non è questo che rimane all'uomo, discorrere per opinioni, anche quando queste sia fondate su giuste premesse, tu stesso non ti sei affidato ad esprimere una posizione ma solo a citare un autore, stimabile indubbiamente, unico modo per non incorrere in quello che "denunci". Io non sono qui ad insegnare, e non sono sapiente, sono giustamente un opinionista, ciò che dico è confutabile nei migliori dei modi, ed è in questo confronto che peer me si trasferisce la pratica dell'apprendimento reciproco, partire da una presunta verità, od una contingente realtà per giungere ad una convinzione generalmente accettabile. Spero che la mia posizione risulti chiara, ringrazio per il gradevole spunto e non mancherò questa sera di rileggere il Fedro di Platone, una buona serata e grazie. Si perdoni sempre la lunghezza ed il profluvio di parole, magari non sempre dotate di coesione.

il 30/05/2013 alle 22:05

La scuola in certi casi puo ' esser limitata perche agli insegnanti stanchi manca voglia di curisar le menti dei giovani apprendisti.La citazione che ho postato e tratta da wikipedia col titolo Theuth.L'amore per lo studio e non per vanagloria e spinto dalla voglia di aver mie idee sul metodo di indagine per comprender meglio e non aver solo idea.I dialoghi sono sempre costruttivi se non ci si accontenta di un sapere dogmatico e privo di valore argomentando con ragione significati e parole

il 30/05/2013 alle 23:04

Concordo, aggiungo però che se da una parte gli insegnanti per vari motivi sono portati a stimolare meno le menti dei giovani, va detto anche che la maggior parte dei giovani non è portata all'ascolto e all'apprendimento o che pur avendo le potenzialità non le sfrutta per i più vari motivi, questo lo dico in base all'esperienza, in quanto in 5 anni di liceo questo fatto diventa assai evidente, oltre ad insegnanti magari svogliati segue una maggioranza di giovani disinteressati. Grazie del piacevole "colloquio", buona serata, A.G.

il 31/05/2013 alle 22:16