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Pubblicata il 12/11/2002
Spesso ho cantato la vita dei campi
E il mio esametro ha morso il nero suolo

Spesso il ricordo dei fasci di nebbia
Avvoltolare arbusti rattrappiti
Sulla lira mi ha ghiacciato le dita

Quali campi, che piante, avrò mai visto?

Si crede che campestre vita nulla
Rimanga agli uomini del giorno d'oggi

E sicuro mai mi vedesti colla
Zappa in mano e qualche tubero in spalla

Ma io ricordo e canto gli almi campi
Della vita e i pastori dello spirito
Ove crescevano a pallida luce
Ottusità, sberleffo ed odio cieco

Ho cercato di sbieco la vendemmia
Ed ora che mai dire di me, cosa
Che questi acerbi frutti già non sanno?

I campi sono oggi dietro l'angolo
Dove ora tanto ti senti al sicuro
Puoi averli zappati e non saperlo

Mi guardo; e vedo il volto del mezzagro
Là alcunché separa il porco e il villano

E quale musica su questa Arcadia
Risuona ancora il peto del cretino
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