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Pubblicata il 21/03/2013
vado a tessere di gemme
le tue umide arroganze,
partendo con l'ala rivolta ai
grumi di spiaggia.

nel grembo di quale flusso
salino ti eri adagiata,
vorticando fra bigie conchiglie
e rantoli d'onice.

deposito di un cuore aperto,
la treccia del fiume rivela la
fuga complessa, le cui strenue
corazze inveiscono contro i
roghi del deflusso.

superstite adesso, io solo,
del pelago inclinato da un bacio
troppo assorto, troppo fiero
delle sue stesse stranezze.
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fabio ha ragione! dal primo all'ultimo verso riletta già tre volte! la prima e l'ultima strofa sono le mie preferite! complimenti! frida

il 22/03/2013 alle 16:28

grazie a tutti...:-) a presto, fra

il 23/03/2013 alle 01:03

.....di stranezze ve ne sono e tante.....

il 24/03/2013 alle 12:01

sempre bello inoltrarsi nelle vie dei tuoi versi

il 10/05/2013 alle 21:11