Dio si burla di noi e la vita fin qui passata non ci basta più.
nulla da iniziare, una carriera evanescente, come un flusso lunare.
un duello aereo; il rifiuto della guerra; molti dolori sgraditi.
esili speranze si confondono tra lamiere, non è un film: solo rovine.
uno dos tres muchos, uno dos tres muchos.
oggi ci offrono alte pressioni e inchini igienici,
dubbie poesie e cento domande senza risposte.
un nulla da finire, da non ripetere, che non ha lingua.
assurdi simboli, per nulla chiari, inchiodano in croce servi pasciuti.
sembrava vittoria infinita, ma era la fine di azioni di vuoto.
urlare vacanze alla gente per non aprire il loro pensiero.
la mafia aggrediva il paese e ben custodiva gli ovili.
i devoti avevano leggi a misura ai piani alti... che tenerezza!
uno dos tres muchos, uno dos tres muchos.
chi era costui, sceso tra selve di 1000 telecamere,
“costretto” a subire molestie e sesso, tra falli e peli pubici?
carriere donate a menti balorde, dentro un casino.
amici evasori, con un fiore in bocca e polvere in testa.
preti vocati alla vittoria, in un'epoca dimentica di regole.
l'unico anello in grado di unire mutui e leasing,
di aiuti a banche, a terremotati ed analoghe masse.
mai più domande, ma tutti in piedi coi pugni duri.
uno dos tres muchos, uno dos tres muchos.