Straniero nelle folle irate o esultanti
di cui sento empaticamente
il pulsare sanguigno e cieco
e odo il grido lamentoso o vibrante
trovo rifugio nell'intimo silenzio dell'essere.
trovo dimora nella serena quiete
della incomprensibile follia
dote del raro spirito solitario
che pur nel mare in tempesta
che va scuotendo i fratelli pellegrini
ha un centro inaffondabile.
mi ritiro nel fondale non agitato dell'anima
in attesa che il vento delle passioni si calmi
e si plachino le onde vorticose
che accecano le menti e sfiniscono i corpi.
pur partecipando alla danza dei mutamenti
in fiducioso raccoglimento e sobria attività
resto pronto a riemergere ad ogni istante
per baciare la Luce
e ritrovare gli orizzonti sereni
che ora però non hanno ospitalità nei cuori
delle moltitudini ferite o esaltate
invocanti mete e speranze
perchè hanno dimenticato incolpevoli
la fonte da cui esse sgorgano eternamente.