non saprei definirla...mi piace il passaggio della seconda strofa così come dell'ultima...sembra che dall'inizio alla fine vi sia un'inversione di soggetti...dalla luna a una presenza umana di nuovo alla luna...forse è una mia errata percezione...comunque una bella poesia, ciao cara, Andrea.
Non sapevo che nel calcagno si nascondesse un timbro d'amore. Bella poesia.
Un simbolicissimo trompe d'oeil questo quadro che dipingi, per fare il verso a Pavese, la luna e tu, solo a scorrerle queste parole emerge immediatamente la loro femmineità d'astro e di donna, c'e' solo da augurarsi che agavi e calcagni siano all'altezza del dono che stanno ricevendo. Una veste quella che emerge da questo stile nuovo tuo, Anna, diversa , un pò forse provocatrice ma assai immaginifica ed eloquente, mi piace assai la narrazione fatta in piani diversi che s'intracciano e di fondono sino a confondere, sapientemente oggetto e soggetto, d'altronde il talento mica si può dissimulare... sergio
Che bellissimo commento amico mio, me lo riprenderò e lo conserverò tra i miei più lusinghieri giudizi ricevuti finora.
Voce ventosa io non so nemmeno attaccare un bottone, comunque grazie.