L'ascesa dall'inferno terreno, la realtà oscura procuratrice di sofferenze di felicità pronte da distruggere, verso il mondo più tranquillo, quasi più vero, dei sogni in cui tutto è come vorremo che fosse, un mondo nuovo cui volersi aggrappare fino all'autodistruzione per una nuov libertà. Il concetto di elevarsi verso un altro mondo lontano da questo mi ha ricordato "L'albatro" di Baudelaire...solo in un regno che possiamo sentire nostro, lontano da quello che ci opprime siamo realmente noi, in tutta la nostra forza. Mi lascia da pensare il finale, in quanto non comprendo se nel tentativo di raggiungere la serenità si pone davanti il dover combattere contro l'odio. Comunque è un bel testo, denso di tante sensazioni. Ciao, Andrea
Profonda densa di sensazioni e significati, Sei proprio bravo.ciao patty
mi piace moltissimo come scrivi hai la capacità di trasmettere emozioni forti.... bravo jeremy...