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Pubblicata il 27/02/2013
esistenza malridotta di questo mondo
mi hai abbandonato nella culla
della disperazione,
hai straziato il mio respiro vitale
seguo con indulgenza il mio
istinto demoniaco,
che mi trascinerà nell'oblio
della pazzia
all'improvviso sento
le fiamme dell'inferno
che mi sollevano
oltre l'immaginazione
riesco appena a percepire
il mio respiro.
elevo il mio spirito cosicchè
possa congiungersi con le stelle
poichè è ad esse che appartiene ,
non a me!
riemergo in un mondo parallelo
dove ogni sogno è realtà,
mi sorprendo ogni secondo che passa,
sembra che l'universo racchiuso
nei meandri della mia mente
sia riuscito a prendere forma.
il mio risveglio non è mai stato
così lucido,
ogni cosa mi appare
così maledettamente chiara,
che la foschia che vedevo prima
è solo un ricordo lontano.
distruggo me stesso in un vacuo
tentativo di serenità,
la sensazione rimane una lotta
costante contro l'odio.
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L'ascesa dall'inferno terreno, la realtà oscura procuratrice di sofferenze di felicità pronte da distruggere, verso il mondo più tranquillo, quasi più vero, dei sogni in cui tutto è come vorremo che fosse, un mondo nuovo cui volersi aggrappare fino all'autodistruzione per una nuov libertà. Il concetto di elevarsi verso un altro mondo lontano da questo mi ha ricordato "L'albatro" di Baudelaire...solo in un regno che possiamo sentire nostro, lontano da quello che ci opprime siamo realmente noi, in tutta la nostra forza. Mi lascia da pensare il finale, in quanto non comprendo se nel tentativo di raggiungere la serenità si pone davanti il dover combattere contro l'odio. Comunque è un bel testo, denso di tante sensazioni. Ciao, Andrea

il 27/02/2013 alle 21:40

Profonda densa di sensazioni e significati, Sei proprio bravo.ciao patty

il 28/02/2013 alle 15:32

mi piace moltissimo come scrivi hai la capacità di trasmettere emozioni forti.... bravo jeremy...

il 02/03/2013 alle 17:59