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Pubblicata il 14/02/2013
_Quando capita_di DDT (utente eliminato)

Soffrivo una fame sconosciuta
Quando confondevo i colori di un fulmine col rumore di un tuono

La pinna di un pesce
Serve a ben poco in un acquario

Io mi dicevo
Non andavo da nessuna parte

Gli strumenti che avevo
Una forbice
Un po’ di acqua
Farina
E appiccicavo un forse qua e là

Il sangue che viveva dentro di me era l’unica storia possibile che mi raccontavo
Socchiudendo gli occhi e muovendo il capo in un come se timoroso e sonnambulo
Assorta nelle sfumature delle mie stravaganti bellezze

E poi scarabocchiavo
Tra i profumi di polvere e miele
E un fiammifero che bruciava in pochi istanti
E nessuno mi credeva
Di quella misteriosa fiamma che invadeva i miei occhi

Un’alba capovolta
Un ritmo salato e disperso
Un’eterna pausa ionica e dialettale dell’aldilà
In fermo pieno di eccetera e puntini di sospensione

E quando oggi
Quasi confondevo le sabbie mobili
Con un benefico impasto d’argilla e alghe
Eccoti di nuovo
Tra ottantasette primavere
Scenograficamente bello

Eccoci nei futuri disegnati da un benzinaio
che sputa per terra il fuoco della nostra vita insieme

Una cornice scarlatta
Un pettine
E poche altre cose

E tu
Amore mio
Spogliati e vieni qua
Abbiamo camminato tanto
In solitudine
E ora che i piedi ci fanno male
Siamo ritornati a casa
E sì…
Siamo diversi
Ma tu hai scelto me
Ed io ho scelto te

Quando capita

Per amarti.
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Ha un che di struggente...ma entra dentro come una spazzola con setole d'acciaio..gratta! A volte da sollievo e a volte fa male. Un bacio Voce

il 15/02/2013 alle 17:23

Soprattutto male... A presto! Quando mi scrivi una nuova Po&Sia!?;)

il 16/02/2013 alle 11:04