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Pubblicata il 09/02/2013
Fede non sa
nella grigia città
respirare un mattino
di rame.

Venere poi
nasconde da noi
quel proverbiale
suo giorno di nube.

Fede già sa
la paura che ha
in quelle prime mani
tese a planare.

Fede sai dirmi perché?

Tu che
vedi Dio
mentre io
scostando il velo
vedo solo

cielo.

Fede non sai
come volare via
da una bianca utopia:
Fede, dall’inverno che hai.

Nella nostra afasia
sparisce la fantasia
dell’inseguire
primavera ed estate.

Rondini noi
per morir prima poi
in nome del
del disinganno sociale:

Fede sai dirmi perché?

Tu che
vedi Dio
mentre io
scostando il velo
vedo solo

cielo.

Fede che sa
le trame della città
nelle stanze
dei governanti

Fede stuprata,
dell’innocenza
sporcata
da calcolo e prepotenza.

Martiri lontani
tra i marciapiedi
di Termini
Fede non li vedi?

Fede sai dirmi perché?

Tu che
vedi Dio
mentre io
scostando il velo
vedo solo

cielo.
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Complessa....mi piace la strofa su Venere come metafore... e il pensiero che condivido nella parte dell'afasia... per il resto è tutta questione di percezione credo e di convinzioni... un saluto

il 10/02/2013 alle 18:07

Bella poesia,potrebbero essere i versi di una canzone.Complimenti.

il 10/02/2013 alle 21:36

questa la trovo stupendamente divina non ti offendere ma ti chiamo grande,un salutone

il 22/07/2013 alle 19:04