In supremo livello di perfezione
ineluttabilmente
divina divenni
agli occhi tuoi indulgenti.
In astrazione suppurata
obsolete novità,
irrefrenabilmente
deformarono la realtà
negli occhi miei pungenti.
Nero disappunto
senza esclusione
d’introspezione consapevole,
tra sacro e sortilegio,
tra onere e privilegio,
tra sorte e sacrilegio,
degenerò
generando
campi gravitazionali
già al collasso.
Intuizione furtiva
che purga i pensieri.