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Pubblicata il 02/02/2013
Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi sarò contento; a che serve esser tristi?
A che serve?
Perchè soffia un vento cattivo?

Perchè devo dolermi oggi del domani?
Forse il domani è buono, forse il domani è luce.
Forse domani splenderà ancora il sole e non vi sarà ragione di essere tristi.

Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi sarò contento;
e ad ogni giorno amaro dirò:
" Da domani, sarò triste. Oggi no."

Poesia trovata in un ghetto nel 1941.
Una lezione di coraggio che per prima, rivolgo a me, ma che volevo condividere con voi.
Patty
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un antico proverbio: non ti fasciar la testa prima di rompertela. mi sembra che il contenuto sia questo. solo che lo hai arricchito notevolmente. brava Patty

il 02/02/2013 alle 19:30

Enio, se leggi la nota finale ti accorgerai che non l'ho scritta io.... Ciao

il 03/02/2013 alle 11:19

Hai la mia condivisione anche se spesso si cade nell'errore di pensare sempre al domani trascurando di vivere il presente. Quando ti accorgi di avere sbagliato è tardi. Ciao e buona domenica Lorella

il 03/02/2013 alle 11:37

Una concessione dell'essere benpensanti, la forza di convincersi che tutto si potrà demandare al domani, mentre l'oggi rimane un'inquieta domanda a cui non si sa rispondere. Ho provato un'intensa commozione come quando lessi in una poesia di un paio di scarpette da bambino che spiccavano in un mucchio di abiti in un campo di concentramento. Hai riproposto un tesoro che merita di essere letto sempre e poi sempre... Grazie.

il 04/02/2013 alle 08:52

La poesia era "scarpette rosse" di Joyce Lussu, indimenticabile. Grazie a te, amico mio. Patty

il 04/02/2013 alle 10:45