La finestra bagno di luce
nitida ed etera la stanza.
Occhio Selvaggio si guardava intorno
quando decise un giorno di attraversare la finestra.
Attraversato il campo di spighe e fiori rossi
giunse al bosco ove da secoli non risuonava un canto.
Nei tempi bui una creatura esile e di caduca vita
distrusse le terre e le creature fuggirono.
Il cielo era divenuto grigio in quel luogo,
neppure un suono, neppure un colore.
Aghi verdi scuri di rabbia e dolore
terricci scuri e aridi, umidi solo di qualche ricordo.
Occhio Selvaggio teneva con sè un fiore.
Il profumo aveva guidato a lui una farfalla e un'ape.
Le due iniziarono a lottare per vincere la vita.
Ma Occhio Selvaggio prese il fiore e ne tolse i petali.
I due insetti si acquietarono ma poi li prese lo sconforto.
Come vivere ora che l'unica vita era sparita?
La paura spesso si fuga con la più semplice sorpresa.
Occhio Selvaggio frugò nelle tasche e tirò fuori dieci semi.
Li lanciò al cielo che incuriosito lasciò piovere.
Passarono giorni, l'ape e la farfalla
erano state raggiunte da altri animali,
tutti curiosi di sapere cosa sarebbe nato
dal lancio imporvviso di Occhio Selvaggio.
Piccoli germogli crebbero, ed insieme l'erba.
Divenatrono fiori e la sopresa fu chiara.
Ora nessuno avrebbe litigato per vivere
poichè per tutti l'esistenza era tornata.
Il bosco ripopolava nuovamente
daini, tassi, scoiattoli, uccelli, insetti.
La farfalla e l'ape compresero la sciochezza
la loro lite non poteva dar loro vita.
La vita non nasce dalla morte
ma dalla sua condivisione.
Ancora oggi il bosco cresce,
i fiori sono fecondi d'insetti
e tutti gli animali vivono nell'armonia naturale.
Chi sia Occhio Selvaggio è mistero,
forse il vento, forse un bambino,
forse la vita stessa stanca di essere sola.
A.G.