Aarida terra questo corpo
spazzata da selvaggi venti di memoria.
Atmosfere di lirici canti di dolore tremante
sembrano l'unica voce che ricordi la vita.
Qualche cespuglio resta
ma non ha più fiori, solo spine.
Tutto è permeato dalla diffidenza
verso il sole che insistente tradisce.
Persino la ginestra
la dorata regina
dalle indissolubile ataviche resistenze
ha ceduto,
consumata dall'arsura della soffernza.
Nessuna radura, nessuna foresta;
è la gariga di quest'animo
ancora per poco illuminata da prepotenze solari
prima che un pianto asciutto la segni in segreto.
Volavano uccelli un giorno.
Volavano speranze un giorno.
Silenzio adesso interrotto da sibili tra rocce
sabbie striscianti in desolate ombraggiature.
A.G.
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