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Pubblicata il 26/01/2013
Aarida terra questo corpo
spazzata da selvaggi venti di memoria.
Atmosfere di lirici canti di dolore tremante
sembrano l'unica voce che ricordi la vita.

Qualche cespuglio resta
ma non ha più fiori, solo spine.
Tutto è permeato dalla diffidenza
verso il sole che insistente tradisce.
Persino la ginestra
la dorata regina
dalle indissolubile ataviche resistenze
ha ceduto,
consumata dall'arsura della soffernza.
Nessuna radura, nessuna foresta;
è la gariga di quest'animo
ancora per poco illuminata da prepotenze solari
prima che un pianto asciutto la segni in segreto.

Volavano uccelli un giorno.
Volavano speranze un giorno.
Silenzio adesso interrotto da sibili tra rocce
sabbie striscianti in desolate ombraggiature.

A.G.
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che interessante questo tuo accostamento tra la la vegetazione secca , mediterranea con il corpo. versi davvero belli e sentiti ciao lilli

il 27/01/2013 alle 18:39

grazie llilli ti saluto Andrea.

il 28/01/2013 alle 18:28

L'inverno più rigido nasconde in se il germoglio della primavera e tutto sarò vissuto con nuovi occhi e nuovi colori. Sei bravissimo.patty

il 28/01/2013 alle 19:09

Grazie, anche se a me l'inverno piace più della primavera... ciao Andrea.

il 29/01/2013 alle 01:17