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Pubblicata il 07/11/2002
Nell'irrealtà d'un sogno
ancora t'ho rivisto
e ti tenea la mano
un vecchio mai bambino;
lento tu camminavi
per quella lunga via
dove l'età non conta,
dove si può riunire
un padre al proprio figlio.

Anima tormentata
del proprio viver stanca,
precoce fu il commiato
e breve il nostro tempo,
chè consapevolezza
di grande somiglianza
mi colse troppo tardi
per farcene godere.

Ma in quella lunga via
fulgida Luce eterna
schiarava i nostri volti
e un'ombra sol facean
l'anima tua e la mia.

Fu la realtà d'un sogno
o falsità del vero?
Vorrei giungesse giorno
per sciogliere il mistero.
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Oggi le tue poesie sembrano tutte legate l’una all’altra…mi sbaglio?
Hanno un’intensità che può scaturire soltanto da qualcosa che tocca e scuote davvero il tuo cuore…non è un’immagine aleatoria, non è un pensiero fugace e irreale, ma è qualcosa che vive dentro te e martella la tua mente, bussa al tuo cuore ogni minuto sempre più forte!
COMPLIMENTI!
Mary*


il 07/11/2002 alle 15:17

Cara Mary, effettivamente è così.
Nonostante siano passati ormai 20 anni, la morte di mio padre mi ha martellato e continua a martellarmi dentro.
Come ho scritto a Simy, le circostanze in cui è avvenuto mi fanno sentire di averlo perso tre volte: una, ovviamente, come figlio e due come medico che dapprima ha sottovalutato le sue reali condizioni (qualcuno mi dice perchè troppo coinvolto) e poi è rimasto quasi impietrito a guardarlo a terra senza riuscire a rianimarlo con un massaggio cardiaco.
Tutti questi versi, comunque, sono stati scritti circa 15 anni fa, ma potrei anche averli scritti oggi.
Un abbraccio e grazie di cuore per la tua comprensione.
Gaetano

il 07/11/2002 alle 23:04

Avevo capito che si trattava di tuo padre...ne hai scritte tante su di lui e si legge chiarissimo che il dolore col tempo non si è attenuato..anzi cresce cibandosi delle tue sensazioni...
pensalo sereno e appagato adesso, lo so che può sembrare una frase di circostanza, ma spesso è solo il nostro egoismo a farci pensare che sarebbe stato meglio avere con noi i cari che ci hanno lasciato...magari un giorno capiremo quanto sono stati fortunati a precederci...chissà...

Avevo anche intuito della tua professione quando hai scritto quella breve poesia in cui si commentava la sensibilità di un medico....

Tutto nei tuoi versi parla di te, come del tuo amore con la splendida compagna che "un destino benevolo" ha messo sulla tua strada, del vostro matrimonio di pochi anni fa dopo la lunga convivenza....e so anche che la stessa canzone che lega me a una persona che ancora vive nel mio cuore è la stessa che per voi due ha un significato splendido....insomma sei una persona eccezionale anche da quello che esprimi nei tuoi versi, da come dipingi la tua vita giorno per giorno, anche le tue paure e i tuoi rimorsi...ma in questo caso non devi.....LUI non ti potrà mai ritenere responsabile, e ti ama ancora, perchè se lo senti così vicino, è perchè lui continua a sussurrarti nell'orecchio che ti vuole bene.....

Scusa il fiume di parole....PROMETTO che non lo faccio più...:-)
Ti abbraccio e un saluto caro anche a lei che attraverso te mi sembra di percepire sempre presente....
Mary...

il 07/11/2002 alle 23:15