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Pubblicata il 26/12/2012
Guardando oltre il guado
lei , febbricitante,
per un destino incerto
e un presente sospeso nel vuoto.
Lei voleva esser triste
non voleva sapere
a bocca asciutta di verità.

Guardala nutrirsi di menzogne
a braccetto con l'incertezza,
guardala nutrirsi di quei bocconi amari
di inquietudine,
è sazia.

Con gli occhi spalancati
rivolti verso il cielo
e con la paura di una bambina
che tiene in mano una pistola,
una bambina che è dovuta
diventare una donna
troppo presto.

La pazzia,
quale assurda verità nasconde,
questo groviglio che dimora nello stomaco
non è più innocente.
La vita la sta trasformando
in una sua orribile creatura,
e lei si sta facendo manipolare.

La sua anima
non più vergine
vaga nella notte
potendo toccare le tenebre
e si sente a casa tra lupi
e feroci selve.

La salvezza ha scelto altre prede,
lei è sfuggita
non vuole più esser salvata
cammina tra fango e carboni ardenti
e quando avverte il bisogno
di amore
ne ha paura
si rifugia nel suo mondo malato.

Le sue sensazioni sono insane
ma la sua pazzia è sacra.
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Questa tua poesia parla un linguaggio che non ti diversifica da quanti scrivono e ,forse, si considerano poeti. A me è piaciuta per la profondità di pensiero.

il 26/12/2012 alle 16:38

E' molto seducente come poesia, un'insanità, una follia, che però come in grandi romanzi spaventa ed affascina e senti qusi tua... mi piace la chiusa...concordo con Decio... un saluto Andrea.

il 27/12/2012 alle 17:47