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Pubblicata il 19/12/2012
Nisyros-Il carrubo e la casa abbandonata-Parte II

La languente stanchezza, il silenzio,
il sussurro del mare da lontano,
nuovamente ci portarono poi a filosofare
sulla caducità della vita delle cose,
a meditare. A rafforzare i pensieri nostri
già in moto ci pensò un gatto grigio, furtivo
solitario che passò veloce tra le erbe arse
e quasi ci sfiorò, ci pensò pure il danzare tortuoso
sui tormentati muri della casa di una
lucertolina colore gialloverde che poi sparì
veloce infilandosi ratta tra le crepe.
Unici segni di vita in quel momento
e in quel luogo assieme a quel carrubo,
questo fisso senza movimenti se non le foglie,
impedito pure da tempo per le mancate cure
a toccar più alto il sovrastante cielo,
carrube ai piedi secche, spaccate, morti
i fuoriuscenti semi ma non morte e di vita segno
poche carrube vive e acerbe che con sofferenza
dai suoi rami si alimentavano togliendo
a questi ed al tronco la poca debole sostanza.
Quali i pensieri di quel vecchio gatto?
Dove era finita la lucertolina gialloverde?
Quali i legami e le memorie con chi un
tempo lì vi abitava e poi migrato lontano
forse a cercar fortuna? Si sarebbero un giorno
ritrovati, quali la sorte qual il lor destino?
Erano ancora vivi o morti e la fortuna
li aveva poi baciati? E della casa, dell’orto
di quel carrubo che ne sarebbe stato?
Pensieri tra noi espressi e non, in libertà e fantasia.
Scendeva la sera, la barca alla spiaggia
ci attendeva: uno sguardo alla casa
ed al carrubo e quattro carrube colte per ricordo!

A Graziella abbracciata nei ricordi.
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un carrubo un gatto, una lucertola accendono pensieri. anche una mosca che passa sotto il naso di un poeta produce sensazioni da mettere bianco su nero. per questo ci chiamano poeti. bravo mi è piaciuta molto Enio

il 20/12/2012 alle 17:11