PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 19/12/2012
Non so se c’è stato un primo tempo e se ce ne sarà un secondo, perché io di solito sono l’addetta al sipario, alla pulizia del palcoscenico, alla sostituzione delle lampadine dei riflettori, alla riparazione del proiettore. Credevo che sino a qui fosse passata solo la pubblicità prima dei titoli dell’inizio dello spettacolo, invece a quanto pare siamo già arrivati all’intervallo. Allora devo affrettarmi, perché con tutto il lavoro fatto mi sono dimenticata di bere e di respirare e sono affamata. Mi metterò in coda per avere la mia coca-cola con la cannuccia e il mio barattolo di popcorn. Un po’ di dolce e un po’ di salato, senza esagerare, gustandomelo sino all’ultima goccia, sino all’ultima briciola.

Sono qui, seduta con le gambe a penzoloni fuori dalle sbarre dal terrazzino sotto al fascio del proiettore. Sullo schermo grigio scorre il nastro vuoto dell’intervallo. Credo che da qui le ombre cinesi possano davvero venir da dio. Non resisto e le mie mani si immergono nel fascio di luce e sullo schermo appaiono due ali che prendono immediatamente il volo.

Vederle stagliarsi là in fondo, così grandi da sembrare addirittura qualcosa di diverso dalle mie piccole dita, è emozionante, mi si stritola lo stomaco e mi parte un rutto involontario. Oops! Certo che l’anidride carbonica che mettono nella coca è davvero micidiale, mi piangono persino gli occhi!

Rido e l’aquila si scompone.

Rido e le ali si spalancano lasciando esplodere la luce, solo la luce.

Chissà quelli di sotto cosa avran pensato.

Faccio spallucce, tutto sommato non me ne cale, penso, mentre con la punta delle dita asciugo le lacrime che mi inumidiscono gli occhi.

Certo che la vita è incredibile, anche il suggere qualcosa di dolce prima o poi ti porta a piangere.

Poco male, prendo il lato positivo: adesso ho le lenti a contatto perfettamente inumidite e deterse.

Con questi occhi nuovi guarderò l’inizio del secondo tempo, solo l’inizio, per capire se mi piace, e se sì, chiederò di poterlo vedere al secondo spettacolo, quando sarò più stanca e desiderosa di sedermi sulla poltroncina verde e scomoda del cine, per guardare il primo tempo e addormentarmi, senza nemmeno accorgermene, sul finale.

Scusa, adesso vado che ho da fare. In sala c’è brusio, la gente si lamenta, pare che qualche cretino si sia arrampicato sul terrazzino del proiettore abbia lasciato due dita di unto sulla lampadina.

Salgo a vedere e a pulire.

Stacco la bobina, lascio solo la luce e sullo schermo bianco compare un cuore con dentro un paio d’ali.

In sala i fischi si placano e piano, piano parte un applauso, prima timido e poi più convinto.

Effettivamente, per averlo fatto con due dita sporche di popcorn è venuto un gran bene.

Arte incompresa in 5 minuti di vita.

Cambio la lampadina e tutto ricomincia come prima.
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E chi non ha paura del domani? Credo che più o meno tutti ci poniamo la domanda: “cosa sarà del mio futuro?” L’importante però è aver il coraggio e tanti sogni per affrontarlo. Tanti complimenti per questa bella e particolare poesia . Un saluto insieme a tanti complimenti lorenzo.

il 21/12/2012 alle 16:38