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Pubblicata il 19/12/2012
Laggiù l’azzurro mar di Lipari quassù
agavi in fiore ligustri fichi d’india assenzi
da corona fanno alla cava abbandonata
nascondendola alla vista del viandante
ammassi di bianche laviche pietraie
quali immoti nel tempo spettatori
di un antico di polvere sottile anfiteatro
qui una sofferente umanità vi recitava
il doloroso dramma della vita propria.
Così tu perder lascia di cercar quale ricordo
tra i cumuli di pomice spugnosa la lucente
vitrea nobile scheggiata ossidiana nera
la mano tosto ferma alto fissa lo sguardo
ecco ancora si vedono no non son fallaci
della mente ombre membra disfatte a cavar
intente senza gemito o lamentela alcuna
sotto il cocente sole e poi riporre in ceste
la preziosa figlia bianca del vulcano
carico e fatica portati la sera alla marina
cui il sensal dalla bilancia falsa moneta iniqua
darà al fin di una giornata in agonia vissuta
per così giorno in giorno l’agonia prolungar
dolorosamente di una non vissuta vita .
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amara ma coinvolgete memoria ben scritta, mi piace e mi commuove al tempo stesso

il 19/12/2012 alle 11:51