PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 14/12/2012
Un'assistente universitaria che doveva avere un destino tragico,
una donna esile dai capelli raccolti e la scrittura veloce e bellissima,
mi fece scoprire il calcolo – la sua matita correva sulla carta,
le sue parole nella mia testa
mi districavano la mente,
mi insegnò a usarne
come un gioco
del quale mi svelava
i meccanismi.

Non sono
mai stata populista: non
lo può essere
chi è venuto alla politica
dal rifiuto del fascismo.

Avevo visto
il poveraccio fascista,
quello che si era messo
nelle milizie nel 1944
perché non sapeva
dove andare.

Conoscevo al sud
chi si faceva carabiniere
o seminarista
per necessità
ma diventava
poi molto carabiniere
e molto seminarista.

Le scelte prima
le facciamo
poi ci fanno.
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