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Pubblicata il 10/12/2012
Non posso pagare il mutuo, diceva,
non ho lavoro,
mi hanno licenziato
e ho tre figli;
non piangeva
ma una smorfia strana gli rigava il viso,
promessa di una idea feroce,
il vino scorreva scuro
fra lacrime assenti
e indecifrabili pensieri;
piangevo io
inutile nelle risposte,
incapace di aiutarlo
e perso nella tormenta dell’infelicità,
piangevo io per lui
perché non posso distrarlo
dai pensieri morti,
perché io e gli altri
assistevamo al dramma
come il branco di zebre
che vede dilaniare una compagna
standone distanti.
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Caro nanni,
hai dipinto un quadro realistico,
comune a tante famiglie, scegliendo
magistralmente i tuoi vocaboli.
Un cordiale saluto
Patrizia

il 11/12/2012 alle 06:57

certo fabio, gli animali, che amo anche io, agiscono per l'istinto di mangiare, è la loro natura, ma non trovavo altra similitudine guardando quel povero padre di famiglia. che pena! grazie, nanni

il 11/12/2012 alle 12:26

grazie patrizia, ho vissuto quel momento di lamento, e mi ha colpito, ho quasi scritto la poesia guardando quella faccia scavata dal dolore e distrutta, non sapendo che altro fare. un abbraccio, nanni

il 11/12/2012 alle 12:29

nanni hai descritto una situadzione reale dei giorni nostri
di questo paese dilaniato dallo spreco di tanta gente
che ci vuol portare alla poverta' bravo. iris

il 13/12/2012 alle 21:05

pure questa è da tenere a memoria...bella....

il 09/03/2013 alle 19:09