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Pubblicata il 07/12/2012
Il cielo avvinto dalle nere fumane dei comignoli
percola paventato dall’oscuro occhio.
Miasmi terreni fiatano per i vicoli
che mendicanti dimenticati vegliano silenti
sperando che la pioggia non cada troppo fredda.

Alberi vedono cader le dita sotto il peso delle nubi
mentre merli volano sul dondolio di lampioni al vento.
Stormi di storni s’inombrano nel vortice del buio
nell’istante breve d’un mattugio che ruba una briciola al prato.

Ma fuori dal luogo naturale s’allunga la strada:
suoni di treno suoni di auto chiasso di gente,
mentre i semafori contano i secondi che separano la morte e la vita.
Uscendo dal centro sera e mattino s’accostano nel temporale
ed un canto di radio rimane a consolare l’affranto.

A.G.
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letta e riletta, molto bella Andrea.

il 08/12/2012 alle 16:07

Che dire di questa tua? è di una umanita Incredibile.
Sfiora alte sfere dello Sirito quasi senza accorgesene. E' una Poesia PURA! di una umanità Incantata sull'abisso delle cose inutili.

Auguri di un Santo Natale a te e alle cose di cui scrivi, MauMusiC

il 08/12/2012 alle 16:12

descrizione molto suggestiva e trasportante,sembra di percepire il "gelo" della notte,sembra di vedere il paesaggio che descrivi,e sembra di sentire la solitudine dell'affranto.Un carissimo saluto

il 08/12/2012 alle 16:47

Grazie gianni della tua partecipazione sempre apprezzata
ciao
Andrea.

il 08/12/2012 alle 20:59

Grazie, penso di non aver mai ricevuto un commento bello come questo...
Felice del tuo ritorno,
ricambio pienamente gli auguri
Andrea.^^

il 08/12/2012 alle 21:01

grazie pako, felice d'aver reso ciò che speravo...
ti saluto caramente
Andrea.

il 08/12/2012 alle 21:03