Ali di carta
tentano il volo
senza piume
in cieli confinati
da vetro
curvo
spesso
bugiardamente trasparente.
Si vola a turno,
appesi al filo,
appiccicato con lo scotch
alla volta
che di volta in volta
cambia.
Cieli neri per ali bianche,
mari di latte per ali nere,
chi sta fuori è fuori,
chi sta dentro guarda fuori,
in una realtà irreale che ci vede tutti
appesi al filo.
La libertà è dentro
la sottile ironia
che ha piegato la carta
creando l’illusione
di un volo infinito.
O sottile
e crudele ironia
perché imprigioni
in un microcosmo
claustrofobico
felici voli ignari
e li condanni a restare ignoranti?
Fili
per felici
voli ignoranti
di farfalle ignare
o voli ignari
per farfalle ignoranti,
che ancora sbattono
nell’aria appiccicaticcia
di un vasetto vuoto di marmellata
e pieno di niente
ali inventate,
ali di carta.
Il volo, così come la vita,
a volte è possibile
solo grazie alla leggerezza
dell’inconsapevolezza
di trovarsi immersi
nella banalità scontata
di uno spazio conosciuto,
tranquillizzante microcosmo claustrofobico,
che sia uno spazio aperto o un vasetto stretto
è un piccolo dettaglio.
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