PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 03/11/2002
Conviver col dolore
di sofferenze altrui
e non sentir che lenta
s'estranea la tua mente,
ciechi diventan gli occhi
e muto si fa il cuore:
partecipar non vuoi
a quel che vedi intorno
e sol gli insulti al corpo
destan la tua attenzione.
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Medice, cura te ipsum!
Come essere apportatore di bene e salute agli altri se non si cura se stessi, prima?
Le ferite dell'anima non si rimarginano; mai.
Basta saperlo per comportarsi di conseguenza.
E.

il 03/11/2002 alle 10:36

Io penso che basterebbe un pizzico in più di partecipazioone da parte del medico verso il malato per far cambiar parecchie cose nel'ambito delle problematiche sanitarie.
Aver un poco di più di sensibilità e meno professionalità,
non guasta mai.

Un sorriso Lupo!
;-)
M'

il 03/11/2002 alle 12:00

Ciao Pirata, hai centrato il problema! Non è a caso che nel titolo ho messo un punto interrogativo.
Ma purtroppo tra i miei "Colleghi" c'è sempre meno sensibilità e professionalità: il pressapochismo e l'esclusivo interesse per la "cassetta" regnano sovrani, ed il giuramento di Ippocrate non viene più neanche consegnato ai neolaureati.
Un caro saluto. Gaetano

il 03/11/2002 alle 12:54

Perdonami, ma il senso che ho inteso dare era un altro.
Una cosa è partecipare alle sofferenze altrui facendosene carico anche emotivamente, ben altra cosa è fregarsene badando soltanto a come accrescere il conto in banca con le parcelle che ti danno, come troppo spesso avviene per molti, troppi miei "Colleghi".
Un caro saluto. Gaetano

il 03/11/2002 alle 13:01

Certo è difficile rimanere impassibili davanti alla sofferenza altrui, ma penso che per certe professioni, sia una specie di autodifesa...altrimenti l'emozione, potrebbe limitare la freddezza che serve per affrontare con lucidità i problemi, a volte insormontabili, di una salute che sfugge via....
A volte questo ci fa sentire solo cavie nelle loro mani......è vero!
Trix*

il 03/11/2002 alle 13:02

Ora il senso è più chiaro. Ma non conoscendoti, come facevo a ipotizzarlo?
Quel che dici accade in tutte le professioni. Anche nella mia.
Un abbraccio
Ernesto

il 03/11/2002 alle 14:02

Sai Lupo, su tante cose mi piacerebbe discutere con quei tuoi "colleghi". Una su tutte l'apertura mentale verso cure alternative che escono fuori dai canoni di "terapie di stato".
Ed una cosa ancora e cioè quella che dopo aver preso la laurea parecchi non continuano a studiare
senza così affrontare nuovi rami o nuove tecnologie,
attenendosi soltanto a protocolli belli e pronti...

Scusami se ho approfittato di una tua poesia per esternare cose che tengo sullo stomaco da troppo tempo. Ti vorrei invitare a leggere una mia scritta circa un anno fà, mi farebbe piacere sapere la tua al riguardo.
Il titolo...è "Libertà di cura"

;-)
M'

il 03/11/2002 alle 14:07

...ma se il medico non sa restar freddo
come potrebbe non farsi influenzare
dall'emozioni ?
...e meno padrone di se ?

Luigi

il 03/11/2002 alle 16:40

e' una bellissima missione,
e come tale andrebbe portata avanti.
ascoltare,osservare,capire il motivo per cui....
A.R.C.
affinita',realta',comunicazione=comprensione.
"e una volta ancora la rosa vedra' la rugiada del mattino"un bacio.

il 10/11/2002 alle 04:21