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Pubblicata il 11/11/2012
Rapide presenze per la via;
il frastuono del silenzio solitario
il guizzo d'un pesce umido di vita.
Una finestra per l'azzurro
ed infinite aurore d'uccelli
che neri scompaiono nei sogni.

C'è solo un angolo sospeso;
incavo eterno per parole
già in balia del turbine egotista.
Guardami volto sconosciuto,
parlami anche offendendo;
Voglio sentirlo, d'essere vivo.

Folle di respiri s'addensano
in danze, in luci, in corse,
qualcosa è morto: campane.
Scaglie di muro si sbriciolano
e merli fischiando leggeri
attendono un verme scomparso.

A.G. 10/11/12
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