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Utente eliminato
Pubblicata il 01/11/2002
IDEALE AMPLESSO D’AMORE

Gioia, piacere, da caloroso amante,
gratuita dolcezza senza ricerca ostile:
sacro e profano riuniti in sol diletto,
così approdo ora come fuor dal tempo.

Lieto lo sguardo poso sul suo bel viso,
trepido il suo sorriso mi pare accenno:
“Vieni, amante mio, al gioioso incanto,
senza pudore alcuno del mio bel corpo”.

Giovane, in oro fino ha i suoi capelli,
serica in pelle e veste, radioso il volto,
ha voglia di donarsi in total concerto:
il corpo è già vibrante al primo tocco.

Non vuol parole a ostento di passione.
ma sol silenzio avvolto in brama vera,
parlano i nostri sguardi in calma attesa
che tutto evolva in coro di bella intesa.

Non ho ancor il membro pulsante e duro,
non è il piacer veloce in desiderio nostro
ma perderci nel tempo vibrando insieme:
cresce la voglia intensa di grado in grado.

Caldo l’arco pubico, quale turgido fiore,
emana i primi accenni, lacrime d’amore:
lievi spasmi lieti a riflesso del mio pene
m’invitano a ritrovare più sensuali corde.

Scomposti i suoi capelli pel fremito di mani
che le avvolgo intorno salendo su dai fianchi;
reclino la sua nuca inarcandole la schiena:
la guardo or dall’alto, raccolta nel mio ventre.

Mentre la bacio a fondo inarcandomi pur io,
le sfioro sul davanti il turgido seno esposto
come grappolo fiorito in esubero di calore:
io non la vedo in volto, riversa sul mio pene.

Ritira in su la nuca con svolazzo dei capelli,
s’inarca sul davanti perché le baci il petto:
il grappolo ora mio, in bocca lo prosciugo,
ora la cingo ai fianchi per darle più vigore.

Allungate le sue mani a conca sul mio pene,
è tutto il sesso mio ben raccolto ora in fiore:
qualche umore sprizza da entrambe nostre gioie,
ma prolunghiam l’attesa con fervide carezze.

Or rallentiamo il ritmo per domare l’irruenza,
nell’estasi beata, sono intensi i nostri sguardi:
ognuno sembra all’altro chieder nuovo tocco
là dov’è di ognuno più eccitante la pulsione.

Alle pubiche labbra mi avvicino esultante
di esplorarne il profumo odoroso del sesso,
col desiderio festoso di farla gioire sfregando,
poi leccando in profondo il penetrale recesso.

Lei ha forti sussulti, vuol discostarmi la bocca,
ma il diletto è già grande e cedendo mi lascia
che la lingua sprofondi ad eccitarla nel punto
che più bello non trovi tra caldi e rossi bei fiori.

Le sopravviene un lamento, quasi fosse preghiera
di non farla morire per troppo intensa intrusione,
mentre pure le mani muovono caldo il suo seno:
anch’io le porgo in fiducia il mio sesso alla bocca.

Siamo distesi al contrario, ognuno col sesso dell’altro
alla bocca riposto nell’umido caldo avvolgente;
insieme stiamo gioendo in reciproco dono festante:
dobbiam lasciare la posa per tornare al normale.

Gl’impulsi sono più forti, quasi a stento riusciamo
a comporci in bella maniera per penetrarci davanti;
il mio membro in alcova approda alla via maestra:
l’invitante pertugio è nella sua piena accoglienza.

Siamo stretti abbracciati, quasi in affondo le dita
nelle reciproche carni per non perdere il ritmo:
se fosse eterno il piacere di questo incanto d’amore
nessuno avrebbe inventato il bel Paradiso celeste.


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