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Pubblicata il 28/10/2012
Da mesi sai che t’aspettavo o corazzato amico,
or che chiuso l’inverno il tepor de la prima
primavera nuovo risveglio a te ha poi portato

sì or del piatto il tintinnio ancor risuona lì
quando la sera tarda alla notte il passo cede
che da quello di dolce pomo sottil fette sottili

lì da man le mie amiche poste traendo coi tuoi
tentini aguzzi rumor crei spegnendo la rinnovata
fame, poi furbescamente aspetti il mio venire

gli occhietti vispi e quel tipico tuo musino son lì
pare mi parr per ringraziare che di me non hai
paura che alla maniera non ti rinchiudi a riccio

riccio, un attimo un istante sol poi mi guardi che
poi ratto ratto velocemente sparisci nel giardino
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davvero bella rusticus...soprattutto per la capacità evocativa...
mi hai fatto ricordare un riccio che soleva venire nel giardino di casa quando ancora piccolo abitavo a Salò...
inoltre l'immagine del riccio mi ha ricordato, e qui qualcuno potrebbe rimproverarmi, un testo di montale, che ha ovviamente un tema diverso dal tuo...
bella, bella,
un caro saluto,
buona domenica
Andrea

il 28/10/2012 alle 16:43

quanta tenerzza nei tuoi versi..complimenti perchè il riccio difficilmente si fa accudire, è una specie protetta e la maggior parte di loro muore sulle strade, la notte,mentre attraversano con lentezza...
saluti cari
ninetta

il 29/10/2012 alle 09:44

Caro Poeta Andrea,

grazie per l'attenzione ed il commento.

Buona giornata

cordiali saluti

giuseppegc( rusticus)

il 29/10/2012 alle 14:12

Gentil.ma Poetessa Ninetta,

grazie e cordiali saluti.

Buona giornata

ggc( rusticus)

il 29/10/2012 alle 14:14