PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 23/10/2012
In mezzo al rumore
senza lacrime ho pianto
quante volte
in questa giungla
fatta di niente

Qui le parole
come fiati nella neve
scintillanti al mattino
sono abiti vecchi, la sera
da riporre
senza piu' cura
il cielo
sempre piu' lontano

Solo una impossibile eco
silente
senza suono
come un ricordo
fa tremare le dita
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vicini, vicinissimi, sempre più ormai…….viviamo letteralmente addossati gli uni agli altri, eppure più si restringono gli spazi fisici più diventano abissali quelli umani.
I sorrisi e i buongiorno si sprecano mentre non c’è mai vero incontro tra le persone, le lacrime si piangono mute, così pure le rarissime gioie non trovano condivisione.
Hai ragione sai? non si è mai stati così soli nonostante la folla nella quale viviamo.
Molto bella Arturo e molto condivisa.
Ti abbraccio
eos

il 23/10/2012 alle 19:35

..Da tanto, manco qui a Poetichouse. Stasera ho deciso di affacciarmi..che meraviglia questa tua poesia! Bella tanto, tanto da essermi scesa nell'anima..bravo Arturo..Snow

il 23/10/2012 alle 20:42

ricambio e ringrazio caro Fabio...ciao

il 23/10/2012 alle 22:44

forse nella storia del mondo non c'è mai stata tanta solitudine, di quella brutta, come adesso...potremmo parlare fino a domani sulle cause, faremmo sociologia, ma i fatti rimangono fatti..
grazie eos, un abbraccio anche a te

il 23/10/2012 alle 22:50

ecco, infatti, è tanto che manchi....
sei troppo gentile Snow, ti ringrazio davvero
a presto

il 23/10/2012 alle 22:54

Oh! Arturo che emozione, ogni parola la sentivo mia, durante l'attenta lettura.
Il pianto senza lacrime è come la tempesta asciutta, devastante.
Bravissimo!
Patrizia

il 24/10/2012 alle 08:12

grazie Atena, è vero quello che dici del pianto...
ciao

il 24/10/2012 alle 09:11

grazie a te Bandini
ciao

il 24/10/2012 alle 09:11

titolo quant'altro mai indicato, che finale! artie colonna di ph, rich.

il 24/10/2012 alle 09:35

grazie carissima

il 24/10/2012 alle 11:46

è una poesia sulla ricerca del significato, le prime due fotografano ( dal mio punto di vista ovviamente) la situazione....la terza "vorrebbe" essere la speranza, la certezza che esiste qualcosa che arriva da molto lontano, sempre piu' flebile, ma reale...grazie reb, hai "sentito" questi versi, e ti abbraccio

il 24/10/2012 alle 11:57

grazie ancora Bandini

il 24/10/2012 alle 11:59

un crescendo di pregio, dall'incipit, alla forza della strofa centrale, alla chiusa che travogle...
un abbraccio!
Lowen

il 24/10/2012 alle 15:53

grazie caro Low, gentilissimo
ti abbraccio anch'io

il 24/10/2012 alle 16:29

Hai centrato il bersaglio. Dipinto l'oggi nella sua cruda realtà.
"una giungla fatta di niente"
"le parole alla sera diventati -abiti vecchi-"...
"soltanto una _impossibile- eco...
come un ricordo.."
Mi hai fatto rabbrividire. E' veramente così.
Un quadro realistico in 3D
Con affetto fabio

il 26/10/2012 alle 01:33

grazie Fabio

sei sempre gentilissimo
ti abbraccio

il 26/10/2012 alle 09:22

Prediligo la seconda strofa che definirei "struggente" per il senso di frustrazione che emana... fino a quel tremor di dita che continua a rappresentare la compatibilità col vivere.

il 26/10/2012 alle 11:28

ti sono grato Decio per le belle parole...
ciao

il 26/10/2012 alle 11:56

Me la stavo per perdere...
contrasti e dissonanze che prendono e commuovono...
condivido l'opinione di Decio...
ciao arthur,
grandissimo
Andrea.

il 26/10/2012 alle 22:29

troppo buono Andrea, difficile trovare le parole per ringraziarti..
ciao

il 26/10/2012 alle 23:09

A solitudine chiù fetende
è chella ca se prova
miez'à tanta gente.
Viviamo oramai in una giungla di lupi affamati.

T V B Marygiò

il 27/10/2012 alle 17:51

è così Marì....grazie

il 27/10/2012 alle 17:56