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Pubblicata il 20/10/2012
Spiacente dell’urto, si arresta l’onda,
arreca guasti alla morbida sabbia.

Io sono là che baluardo frange i flutti,
àncora nei piedi che sorprendono impronte.

Si ritira discosta la schiuma dai fremiti,
il cuore sobbalza e fende marosi di nostalgia,
sono fronte ottusi di sbreccati pensieri,
salgono di spuma in spuma e si accecano.

L’onda è vascello vuoto, guscio del corpo,
culla il mio sguardo che luce scolora,
sciaborda la risacca indifferente del cuore.
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..Gentile Deciomassimo,
trovo cle il verso:
" il cuore sobbalza e fende marosi di nostalgia, "
alla lettura non scorre poeticamente ma
piuttosto mi sembra una prosa....

Così anche l'ultimo verso.....

Saluti...sciabordanti,

rom.

p.s.: ...anche: " salgono di spuma in spuma e si accecano ".


il 20/10/2012 alle 14:29

Concordo in parte con cantorom, nel senso che è la parte centrale secondo me che rallenta la lettura non tanto per bruttezza, proprio perchè ha più della prosa che della scorrevolezza poetica..
il resto, finale compreso sono ottimi,
mi piacciono molto,
un caro saluto a te Deciomassimo,
Andrea.

il 20/10/2012 alle 17:43

Riconosco, senza sorpresa, che l'attenzione è privilegio di pochi cultori che scorgono dettagli ove altri ciecamente assorbono tutto ed esaltano con generose considerazioni. Riconosco che i suggerimenti sono pertinenti secondo il personale punto di vista, anche se non sempre indagano sul reale percorso ideativo.
Il mio generoso grazie per la vostra sincera attenzione.

il 22/10/2012 alle 08:44