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Pubblicata il 17/10/2012
Vienimi incontro irrompendo violento
in quest'aria di nebbia dell'oggi scomparso
nell'abbiare di cani solitari del borgo.

Straziami vento il cuore già freddo
per questi volti dagli occhi ciechi di fame
e di saluto per l'inatteso scontro nello scanso.

Delira pensiero del fato indomato
a queste voci dal taglio seghettato
che gridano forti nella testa poggiata sul dito.

Muori mia alma tradita ed afflitta
tra i fiori d'un campo lasciato isolato
e a questa notte di stelle piangenti.

Squarciami pianto sul grezzo ispido volto d'asfalto
e divora il tremor delle mani ghiacciate
nell'arrivare di quello scontro con la luce fatale.

Chiamami spirito dimorante l'oscuro volto
o taci eterno come nell'istante di vita sofferta
e lasciami a questo sapido sguardo del lago.

Folle ti parlo e scalcio stridente nel ghigno
fuggendo a chiamando chi non vedrai arrivare
e disperdo queste parole d'un incubo risvegliato.

A.G.(2010)
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molte le immagini efficaci e piene di forza di questa poesia, davvero bella!
Un abbraccio
Lowen

il 17/10/2012 alle 16:44

grazie lowen
andrea.

il 17/10/2012 alle 17:32

le tue divagazioni son la cosa più bella...
grazie reb cara
una curiosità? Hai per caso pubblicato la poesia di cui parli?
Abbraccione
Andre

il 17/10/2012 alle 17:34

Questo tuo delirio (tuo nel senso che l’hai scritto) è in realtà dolore, il ripiegare dell’anima su se stessa, dolore che cerca una via d’uscita e non la trova se non fingendosi follia al “controllore” delle nostre azioni (il cervello). E allora “si approfitta” e si calca la mano, si soffre tutto il dolore che ci dimora dentro, passato e presente, tanto è un momento di follia….non ne siamo responsabili di fronte a noi stessi.
Ma chi l’ha detto poi che la sofferenza è vergognosa? Mah! Beati i Romantici che facevano del dolore un motivo di vanto, di distinzione…..
Piaciuta moltissimo!
Ti abbraccio
eos

il 17/10/2012 alle 17:45

ho dimenticato di incollare l'inizio del commento! scusa.ecco:
A volte chiamiamo delirio ciò che razionalmente non comprendiamo e soprattutto non apprezziamo né giustifichiamo, specie di noi.
ri-abbraccio
eos

il 17/10/2012 alle 17:48

Un'intrepretazione di tutto rispetto, che sicuramente ha valenze in quello che è stato...
ti abbraccio e riabbraccio
Andrea.

il 17/10/2012 alle 18:43

se a te va bene
ne sarei oltremodo felice...
ciao reb
Andre

il 19/10/2012 alle 22:53

Ciao andrea , in realtà dal titolo mi aspettavo qualcosa in più invece di un insieme di immagini anche suggestive permettimi di esprimere la mia opinione che non vuol assolutamente togliere meriti allo scritto .Secondo me questo scritto non ha una singola interpretazione dalle immagini emerge una certa rassegnazione al fatalismo e la rimpianto di un anima rivolta a se stessa , anzi protende verso se stessa cercando di trovar qualche ragione dell'essere nel vuoto della solitudine del dolore .I romantici fecero di questa tendenza un ampia letteratura dai contenuti veramente unici , oggi siamo più disincantati rispetto a questi aspetti , perché il mondo tecnologico ci distoglie dal dialogo con noi stessi in virtù di un conformismo condiviso e rassicurante che seda indubbiamente tutte quelle problematiche mai superate, con l'ottimismo somministrato a dosi dalla cultura dominante si da poca importanza ai contenuti preferndo immagini ad effetto spesso senza un profondo significato. Questa non vuole essere una critica la tuo testo ma sinceramente leggendola più volte non ne ho compreso il significato .ciao Astio

il 01/05/2014 alle 09:03

Mi spiace aver deluso le tue aspettative caro giuse...il titolo in effetti non ha continuità con il testo, tra l'altro ammetto di non averlo scelto io, mi era stato detto che proprio la discontinuità tra le immagini delle strofe avevano la 0arvenza confusionaria d'un delirio, da qui il titolo ma ammetto io stesso non essere il massimo...questo testo risale fra i primi che ho scritto, in partricolare quelli che precodno la scelta di inziare a scrivere poesie...risente quindi di tutti i difetti delle primizie, del peccato d'una tentata e fallita emulatio seppur basata su intimi sentimenti....sul resto concordo con te, e comunque il distacco e la perdita di dialogo con noi stessi a mio parere prescinde e precede l'avvento tecnologico, che al massimo ha incrementato il problema...io sono tutt'altro che ottimista come avrai intuito da questo testo e da qualunque altro degli anni passati e recenti...grazie di avermi ricondotto sugli inizi del mio viaggio della scoperta poetica e di me stesso...tranquillo a me le critiche fanno piacere, demolitive o elogiative che siano, in ambo i casi aiuitano a crescere, ti ringrazio anche per la captatio benevolentiae dcon cui hai apertoe chiuso questo tuo gradito commento, grazie davvero, andrea, alla prossima giuse^^

il 02/05/2014 alle 20:33

Grazie a te andrea , penso che questa tua coerenza sia l'elemento prevalente di uno scrivere profondo che dall'intimo sentire sia rivolto al mondo , i consigli in generale ci possono aiutare , ma la strada per l'esposizione del testo è nella natura dello scrivente , il talento va coltivato ma sopratutto bisogna tener presente che un lettore compiacente da solo un piacere breve e marginale ,quando tratti argomentazioni più profonde le reazioni posson esser differenti , qualcuno non commenta altri ti vorrebbero già all'inferno, ma cosa è lo scrivere se non coraggioso ed eroico furore?UN ABBRACCIO Astio

il 04/05/2014 alle 11:24

Grazie a te di aver ripescato tale testo, e della possibilità di confronto...concordo pienmente con quanto hai scritto...alla prossima lettura ciao Giuse, ti abbraccio andrea.

il 06/05/2014 alle 14:37