Uscire
dalle gabbie dorate
lasciare
spalancata la porta sul retro
uscire dall'orto senza
calpestare le tombe
delle carote delle lepri e senza
salutare le correnti occidentali
semplicemente afferrare saldamente
i pochi denari nello scomparto di latta
abbrustolire i vecchi fotogrammi
piano la flebile brace
rosicchia il pallore istantaneo
le tovaglie i pomelli il bricco
di ferraglia smaltata e respirare
l'aria frequente che avvolge
per intero i percorsi
le impronte le tracce e le bionde trecce
degli amori infanti
uscire
ancora una volta senza guardare
indietro avanti dai lati, con lenti
montate su nero telaio
e dopo varcare il cancello
allontanarsi e rimpicciolire
come caccole buffe
nel trambusto silente del cosmo.
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