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Pubblicata il 07/10/2012
Il muoversi di fronde di pini
che celano la via oltre il colle
lascia un astratto tocco di luce
che riluce allo specchio d'una finestra
colorata di nuvole sporche.
Mi perdo e penso.

E’ l’invadere dell’autunno beffardo
per queste vie solitarie.
E’ andare lungo marciapiedi sconnessi
ascoltando l’abbaiar dei cortili.
E’ cercare l’immagine più dolce
scavando tra pagine di velcro.
E’ sospirare un poco mirando oltre
conscio che nulla di nuovo verrà.
E’ attendere ad altalene vuote
quel suono gaio d’un tempo lontano.
E’ essere vivo tra i morti
nella foschia dell’infinito tramontare.

A.G.
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