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Pubblicata il 31/10/2002
Lo spirito indolente che mi fa
Voler metter la coda a 'sto sonetto
Parendomi oggi il metro sì ristretto
A dare all'alma mia la libertà;

Questo demone dall'arte sì fine
Che allungando e torcendo il fievol corso
Del mio già debolissimo discorso
E per esso sprecar già due quartine;

Questo spirto malvagio che sovviene
Nell'ore meno attese e mi sconvolge
Parte la mente mia e parte le vene;

Ordunque, cosa ti parlo ora a fare?
Come un café chantant in fra 'ste bolge!
Ah, dove sta la vastità del mare?

Dimmi tu che pensare
Del mio lavoro; che tu, come un dandy,
Spirto mio, così i tuoi doni già spendi
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