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Pubblicata il 20/09/2012
Colpito dalla lava
delle lucertole sanguigne,
dall'acribia dei rumorosi
scribacchini,
dalle incerottate e pigre
signore di periferia,

non so...
è come se il fiume ruotasse
attorno ai suoi stessi odori,
di carbonato e silicone,
di facezie ed emoglobine,
di sature ballate
che non possiedono
più una ragione.

L'espresso delle otto
ha il sapore del lievito
disgregato,
il bar si riassottiglia
e con lui il marciapiede
costipato.

La donna-bambina
che dice hai sigarette,
la cupa signora
e il suo diavolo
per capello,

il sorvegliante analfabeta
che nasconde il suo coltello
e poi in dissolvenza
dice;
-Scusi ha per caso un'arma
da denunciare?
-Ho soltanto le mie parole,
signorcoglione.
-Prego?
-Signor controllore.
-Ah bene, e perché non si
allaccia la scarpa, e non si
allinea la camicia?
-Ha ragione, è che sono
lo smemorato del quartiere,
un giorno tiro dritto, con l'altro
mi pungolo il sedere.
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