PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 20/09/2012
Sono sporchi i vetri
grigio, e buio fuori
l'alba sembra malata
soffoca la luce
appena nata
dove vado
cosa sto facendo della mia vita?

Si spalancano abissi
ad ogni passo
inferni e paradisi
e mani, e reti
tentacoli, vuote parole
che non scaldano la sera

Sia luce a se stesso
ognuno, da se stesso
esista
e basti
nel fondo fermenta
la bottiglia, la posa
che fiorisce e soffre
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la visone opacizzata che si crea mi crea la stessa stupita agitatezza dei quadri di Degas...
piaicuta arthur...
un saluto,
Andrea.

il 20/09/2012 alle 15:28

che finale, condivido l'esortazione. inferni e paradisi che servono a riflettere, rich.

il 20/09/2012 alle 16:42

certo, occorre essere emotivamente, e non solo, autonomi, aver ben chiari progetti ed obiettivi
…….è sul bastare a se stessi che ho qualche dubbio. Mi spiego.
Si può e si deve bastare a se stessi nel senso di essere in grado di prendere decisioni,
di sapere quale direzione dare alla propria vita, di conoscersi e sapere quali fiamme ardono dentro
e coltivarle, alimentarle…ma poi il sapore e il senso stesso delle passioni è nella condivisione,
nel confronto con gli altri .Anche il dolore trova conforto nella condivisione,
nella “corrispondenza di amorosi sensi”
quindi, per restare nella metafora della bottiglia, sì alla “posa che fiorisce e soffre”
ma niente tappo alla bottiglia che la isolerebbe dal mondo. Forse potrebbe essere utile
quando si smarrisce la direzione ed è necessario fermarsi a guardarsi dentro…ciò ch stai facendo, credo.
Molto piaciuta!
Ti abbraccio
eos




il 20/09/2012 alle 17:57

grazie Andrea

il 21/09/2012 alle 11:51

infatti il messaggio è tutto lì...grazie mia cara

il 21/09/2012 alle 11:52

ma senz' altro cara eos, non voleva essere un inno all' isolamento ed all'autocompiacimento...anche perchè la solitudine orgogliosa il piu' delle volte si risolve in disastro, anche se capisco....Ma credo che bisogna aver fermo il principio, il senso di un cammino, cercare una centratura, che spesso dimentichiamo, disperdendoci tra mille rivoli...tutto qui..
grazie, buon fine settimana
ti abbraccio

il 21/09/2012 alle 11:58

bella tutta ma il monito ed esortazione della chiusa colpisce!
Un abbraccio!
Lowen

il 21/09/2012 alle 15:16

mi ha sempre affascinato la fermentazione del vino...Per qualche anno, qui in campagna, l'ho anche fatto...Dalla feccia cominciava a "bollire" tutto nelle botti, quando la luna calava, quasi a luna nuova, si poteva travasare, ed il liquido era sempre piu' pulito, mese dopo mese...Così è nata la poesia, da questo ricordo, uno di quei "messaggi" credo che la natura ci manda...grazie lowen per le tue parole
ti abbraccio

il 21/09/2012 alle 21:44

C’è un gioco che vede ruotare una bottiglia sul suo fianco dove il collo, una volta che le capriole del vetro si arrestano, indica qualcuno a caso, che per questo deve fare un qualcosa. Nella tua questa bottiglia indica già qualcuno: indica, con il suo collo fermo, se stessi. È sempre da noi stessi che dobbiamo ricominciare. Perché siamo abituati ad interpretare il mondo dalla posa sedimenta dentro di noi, per amara o dolce che sia o sia stata. Quando accade o deve accadere questo ricominciare da noi? Credo ad ogni risveglio, ogni volta che beviamo un caffè, sul ciglio d’ogni abisso, insomma sempre. È da lì che dobbiamo ripartire da quello che siamo veramente, divenendo luce di noi stessi. Del resto se non bastiamo a noi come possiamo bastare agli altri? Versi densi, i tuoi, che non mi piace vedere in una visone negativa (come d’impatto suggeriscono), per le tinte forti e noir delle belle immagini che proponi. Ma come un inno a ricominciare (per me non si può fare diversamente) da quel che ci portiamo dentro, poi si vedrà... Forse non intendevi questo, ma una bella poesia è come un fiume tumultuoso privo di argini, va dove vuole e ovunque porta acqua e scava emozioni che possono essere diverse per ognuno che ci si bagna dentro. Ciao! Grande Arturo.

il 22/09/2012 alle 13:14

hai inteso perfettamente quello che volevo dire, sancho...vogliono essere di speranza, nonostante la nostra ( patologica ?) incapacità di accettazione del dolore, nonostante l'attenzione spasmodica ad ogni stato d'animo, che dovrebbe invece essere osservato e lasciato andar via, come dicono ( e giustamente!) i buddisti...La posa è tutto quello che abbiamo, da lì veniamo, lavorare su di essa con la speranza di vedere un giorno un buon vino, sempre piu' cristallino...Sono veramente contento della tua come sempre attenta lettura, e ti ringrazio veramente tanto...
un abbraccio a te, caro sancho

il 22/09/2012 alle 14:05