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Pubblicata il 19/09/2012
Dondola barca
al molo delle acque grigie
dove si stava in giornate di sole
a mirare le nuvole bianche
negli dell’amore sognante.

Giungerai presto conduttor delle anime prave
o sarà l’ombra del corvo ad aprire le porte
per la terra silente delle anime spente?
Spero avrai pietà per chi accogli scostante
ma l’illusione sfuma perché non esiste merito
per chi vaga negli spazi vuoti del male.

Già l’oscura noverca porge la mano e attende
col medesimo sguardo dell’infelice che ride
prima di vedere l’orizzonte balenare nell’ombra.
E’ il suo tocco gelido immenso di tenebra profonda,
quell’erebo ignoto veduto prima d’ogni sogno.

Ecco s’appresta il vascello lento di silenzio
a condur quest’anima alla riva di pietra
dove non attendono né luce né amore
ma il triste manto dell’immortale dolore.

A.G.
(da Notturni)
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lo Stige, e pure Caronte, non c'è veramente nessuno spiraglio di luce in questa visione, perfettamente resa, compatta...

il 19/09/2012 alle 21:44

All'ultimo verso della prima strofa manca una parola.
Il verso giusto è il seguente:

...negli istanti dell'amore sognante...

Chiedo scusa,
un saluto
A.G.

il 20/09/2012 alle 14:38

Ti ringrazio arthur,
un caro saluto,
Andrea.

il 20/09/2012 alle 14:39