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Pubblicata il 18/09/2012
Non paventava l’ora più nera
quand’era la luce dei tuoi occhi
a rasserenare la via del cammino.

Ma ora che il vuoto ho accanto
andrò come anima sola nelle vie della nebbia
nell’immensità scura di questa vita fuggiasca.

Nella foresta di ferro ascolterò il latrato di morte
che accompagna il veleggiare del corvo
per l’anima triste che vedrà sanguinare la luna.

A.G.
(da Notturni)
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Vorrei tanto illuminare le tue tetre visioni...o forse ne hai la ragione
ti abbraccio
ninomario

il 18/09/2012 alle 19:58

cupa come la giornata più nera, verranno giorni più sereni...
un abbraccio
ninetta

il 18/09/2012 alle 21:13

Più che triste direi fosca e quasi “compiaciuta” del sentimento di dolore e solitudine,
il desiderio di tuffarvici e viverlo fino in fondo. Mi ricorda molto l’atteggiamento romantico.
“Quando si fugge il dolore - diceva Novalis - è segno che non si vuole piú amare. Chi ama dovrà
eternamente sentire il vuoto che lo circonda e serbare la sua ferita aperta”.
Bella tutta, mi piace particolarmente l’immagine della luna che sanguina.
Ti abbraccio
eos

il 19/09/2012 alle 08:59

La foresta di ferro, che bel titolo e significato tutto, rich.

il 19/09/2012 alle 13:22

già le tue parole spaziano le tetre ombre...
ma una ragione oscura che non so spiegarmi c'è...
finchè non la esaurisco così sarà...
ti abbraccio anch'io nino,
Andrea

il 20/09/2012 alle 14:50

i giorni sono serenissimi...
è l'immaginazione che si è persa in questa foresta di ferro...e fatica ad uscirne...
grazie ninetta,
un abbraccio
Andrea.

il 20/09/2012 alle 14:52

Penso tu abbia afferrato l'aggettivo giusto...compiaciuto...
non volontariamente ma questa ed altre sono fosche visioni in cui però l'oscuro diventa possibilità di compiacimento..anche se non mancano ad alcune la tristezza...
concordo in parte con Novalis...
grazie eos...
ti abbraccio
Andrea.

il 20/09/2012 alle 14:54

grazie rich(anto)....
sono felcie del tuo apprezzamento,
ciao
Andrea.

il 20/09/2012 alle 14:55