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Pubblicata il 15/09/2012
Affranta una foglia
ho trovato.
Alle prime d'un temporale
s'è sciolta fra le dita;
solo frattaglie
dal sapore di terra
infine.

Grovigli al cielo,
anelli di rami nudi.
Silenzio dove c'era vita
merli non cantano più;
è l'autunno di nebbia
che cela l'imago
d'un mondo già freddo.

Fili dondolano appesi
al passo d'un vento ramingo.
La campagna invasa di grigio
non lascia apparire luce;
licrima solo il vetro
di case scaldate
alla luce d'un lume dimenticato.

Affranto un uomo
ho incontrato.
Cercava la mano
dell'amore perduto
quello che muore
di giorno in giorno
sospirando un poco.

A.G.
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certo quell' "infine" alla fine della prima strofa è proprio bello....Ma tutta, in questa natura affranta, ricorda il male di vivere, che però è solo nostro, solo nostro...molto piaciuta

il 15/09/2012 alle 19:34

Andrea, non so più cosa dirti perchè sono attonita , colpita da tanta bravura..
ninetta

il 16/09/2012 alle 09:50

solo nostro ma spesso comune(e spesso autoinflitto, ivolontariamente si spera).
Grazie arthur delle parole,
un caro saluto,
Andrea.

il 17/09/2012 alle 15:28

tu mi lusinghi...
grazie ninetta, anch'io rimango colpito dalla tua di bravura,
ciao
Andrea.

il 17/09/2012 alle 15:29

l'Autunno come metafora della vita dell'uomo in declino, viene esaltato oltre che dagli splendidi versi, anche dal titolo in tedesco, puro romanticismo che mai muore!
Un abbraccio
Lowen

il 17/09/2012 alle 17:33

ti ringrazio per aver notato il titolo...
e anche per il tuo giudizio in generale...
un caro saluto a te Lowen
Andrea.

il 17/09/2012 alle 23:05