un lamento antico
si affaccia alla finestra
un orologio scondito
segna da grande orchestra
il suo rock
nell'appartamento
clock
clock
clock.
non c'è più traccia di Frida.
per via Stretta n 3 si incontra
soltanto la bella sua ombra
a caccia dei capelli piangenti.
chissà dove si annida.
sul letto salato
un'eco
è il corpo assonato.
sul comò
suona il carillon
un triste canto
un morbido pianto.
c'è un tavolo rotondo
nella penombra del soggiorno
un atlante stropicciato
e l'inferno di dante
e ci sono i suoi odori
e in chiaroscuri
i disegni di un ottovolante.
smuovo la tenda
molle e ingombrante
frida! frida!
la sento!
è lei che grida!
poi nulla più.
è stato solo un miraggio.
dalla cucina
borbotta il lavandino
e brontola il frigo.
la tenda ancora dondola
e il gancio frigna arrugginito.
allora la raccolgo delicato
e la spingo lento
quasi solo con lo sguardo
spaventato.
la luce spalanca le persiane prepotente
e si vede l'attonito villaggio.
è un film lontano.
una prigione
una cerniera troppo stretta.
Cartapesta.
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