PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 06/09/2012
Ora tu lo chiami con tanti nomi, ed io
io non lo nomino, nemmeno più
questo non ha tanta importanza perché
quello che stiamo percorrendo non ne ha uno conosciuto,
non è annoverato tra i sentimenti che si dicono
o si conoscono, è una cosa nuova
senza nome e senza storia,
prima non c'era e non se ne sospettava neppure l'esistenza,
ma ora invece è un forza magnetica
potente e imperscrutabile che lascia meravigliati
brucia e non fa cenere, scalda il cuore e non fa arrossire,
sprofonda sino a che non la vedi più
eppure resta li accanto invisibile e tenace
compare poi, un po più in la' serena e immutata
come fosse sempre stata qui,
è forse un sentimento, ma non ha bisogno di essere perché sia
puoi tacerlo, anche ignorarlo e fingere che non sia,
ed anche questo fa parte di esso,
che solo ha bisogno di sapere per essere,
sapere e niente d'altro, come quelle piante del deserto
senza radici e senza terra, che fioriscono
li dove si posano e nemmeno di acqua hanno bisogno
che è nell'aria e dall'aria che bevono e si nutrono
e il vento che le mena e permette loro di vivere
una effimera vita parrebbe, senza un tempo coniugato
che sta tutto in un attimo di presente,
ma osservane i fiori e non cercare altra spiegazione
essi sono solo perché sanno di essere.
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Io non lo so..
ma che mi piaccia dire di me e di quello che provo e che sento, e che questa capacità la vorrei avere davvero, quello si.
Grazie Rebel per la tua lettura.

il 07/09/2012 alle 10:15

IN effetti questi versi lasciano un poco a desiderare in fatto di punteggiatura, le frasi si susseguono attorcigliandosi e intricandosi .. potrei fare di meglio.. per farti riprendere fiato almeno..
Grazie Chiara per la tua sempre partecipe lettura.
Sergio

il 07/09/2012 alle 10:18

mi ricorda un po i testi filosofici di kant,
la presenza d'un noumenoinspiegabile, che tu hai trasposto come un sentimento mi pare di capire, ma in realtà potrebbe essere anche altro, il solo pensare di non volerlo o che esso non esista inoltre fa parte del suo essere scrivi, e questo mi ricorda descartes, giungendo ad una spiegzione come potrei definire...dantesca...nel senso che non da una chiara spiegazione, certa, ed è su questo mistero che gioca la tua poesia, ed è questo , che insieme alle immagini, più mi conquista...
per riprendere anche le parole di rebel, che condivido,
sai davvero coinvolgere.
Complimenti Sergio
un saluto,
Andrea.

il 07/09/2012 alle 17:19

sai, Andrea, nei versi che tu hai così dottamente commentato, volevo sondare, una gamma si sensazioni con cui io mi trovo a disputare, che forse non assugono ancora a livello di sentimenti ma che passano dalla percezione direttamente alla passione, tralasciando, (perchè non è dato loro, dai mezzi, anche teconogici che si trovano ad potere dovere utilizzare, ) o scavalcando le considerazioni oggettive soggettive implicite nella gamma dei sentimenti stessi. Forse, cerco di dare una più alta dignità a queste nuove emozioni, o forse il mio animo non ha ancora gli strumenti storico culturali etici che mi permetta di afferrarli appieno. Domande quindi non risposte dubbi e non certezze partendo dalla analisi mia soggettiva dei mie limiti e dalla validità della mia conoscenza stessa, e qui citando la gnoseologia di Kant hai centrato appieno il mezzo...

il 08/09/2012 alle 06:02

Salve Sergio, Il tuo brano,è ermetico,
faccio difficoltà a capire il vero significato,
a chi fai riferimento...
"Solo perchè sanno", per me ha importanza,per meglio seguire
la trama dei tuoi pensieri...
Grazie!
Dora

il 20/09/2012 alle 06:24

Ciao Dora , ti ringrazio innanzitutto per avere lasciato un ocmmento a questi miei versi, ed in secondo luogo alla tua richiesta di delucidazioni sulla lettura degli stessi, è la prima volta che mi capita e ciò mi fa piacere perchè è segno di interesse e di volontà di confronto.
Se dai uno sguardo alla risposta che ho dato a Gaudenzio qui sopra trovi secondo mè la chiave mia discrittura di questi versi, la frase sanno di essere è al seguito della metafora che uso in chiusura in cui la piante del deserto , le piante dell'aria, non hanno bisogno che dell'aria stessa per vivere nutrirsi e venire trasportate da un lugo all'altro, e per essere non hanno bisogno di altro, come quelle sensazioni queli feelings che si instaurano tra persone che si collocano al d fuori dei mezzi e delle convenzioni, e non hanno un nome per venire identificate o catalogate, ma che nonostante questo generano emozioni e trasporto.
spero di essere stato esauriente, sepèpure un pò di fretta..
sergio

il 20/09/2012 alle 10:18

caroZordoz questa tua e' da applauso di un teatro senza confini,ciao

il 26/03/2013 alle 19:22

Ti ringrazio per l'applauso, ed è bella e mi è assai cara l'immagine ch usi di un teatro che non ha confini, in cui ci troviamo a assumere maschere di noi .. bello. sergio

il 27/03/2013 alle 05:48