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Pubblicata il 30/08/2012
Veli di luce non passano
soli planano nell'aria
verso orizonti distanti
verso animi inquieti
silenzi di bocca muta.

Tratterrei il tuo ultimo respiro
in queste dita già fredde da ieri
ma esso brucia troppo
e scava nella pelle;
scottato un'ultima volta
allontano in un gesto tutto,
più niente.

Pioggia al bicchiere dimenticato sotto il porticato
e vento al tappeto lasciato alla polvere.
Scolorisce il vivido albero
non suona più.

Il corpo scorda l'animo sul materasso ruvido
e nel gocciolare aspro d'una lacrima
si sperde nelle ombre della stanza
come argilla bagnata dall'infelice gioco
d'una beffarda morte dell'arte.

A.G.
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