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Pubblicata il 28/08/2012
Se scivoli piano lungo direttrici pallide
di neve sulle piste
finché le vette non ingoiano l’intensa luce
ti penso così sospeso in un evanescente candore
che ben ti si addice mentre ascolti
gli ultimi rintocchi del giorno
e trasali al brivido della tua solitudine.
Poi osservi stalattiti di ghiaccio dal tetto
stillare lacrime iridee e le trasfondi in tintinni gioiosi
sulle corde lievemente vibranti del pianoforte
- sonata in re minore di Galuppi -
gocce di suoni cadono e s’infrangono
sulla pietra del piccolo cortile ritrovo di gatti.
Assorbi con lo sguardo la notte
lentamente si scrolla da una cengia e precipita
dentro dirupi di tempo e scoscesi pensieri
pulsanti di stelle.
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