chi è mai questa madre quasi onnisciente, non è per caso la vita stessa?
Sono colpitissimo da questa bellezza ed essenzialità...
..Dolcissima Annysea,
stai combattendo contro
la poesia stessa...
Lasciati andare e lasciati
cullare dai tuoi meravigliosi
versi.....
un abbraccio,
rom.
sembra veder mia madre e forse tutte le mamme del mondo, anche me...uno sguardo e le "lastre" son belle e fatte. Però è vero, ci sono segreti che sfuggono anche alla più attenta e amorosa delle mamme ...non sapeva che scrivevi, vero? che peccato non abbia saputo del tuo "torrente di poesia".......
sono incantata dalla bellezza di questi versi, persa dietro agli occhi di verbena, commossa dal rimpianto dell'ultima strofa.
bravissima Anna!
baci
eos
faresti felice uno psicanalista....
Le immagini così forti che impressionano...almeno a me...
non si può lottare con lo spirito della poesia...
davvero piaciuta.
Bravissima, ciao,
Andrea.
nella versione originaria si legge nella chiusa "Lei non sa che ho nel corpo un otre di dolore...ecco materia nuova per lo psicanalista...ciao Andrea
che quadro che hai fatto, un Rembrandt! L'ultima strofa è una riflessione amara o sbaglio? riesci ad accettare l'impermeabilità del mondo? rich.
sei sempre tanto puntuale e competente nei tuoi commenti, cosa di cui io manco spesso nei tuoi bellissimi versi.
mi lascio cullare anche troppo fino a dormire sia di giorno che di notte...grazie.
ogni volta che leggo i tuoi versi
mi emozioni Anna,
penetrare in essi è goduria.
Buon primo settembre tesoro.
Marygiò
Mi nascondo nel liquido amniotico della tua Poesia! Poesie meravigliosa!
Leggendo ituoi versi ,
mi hai riportato indietro
negli anni della giovinezza...
Anche mamma era forte,
mi scandagliava,
voleva sapere, essere informata di tutto...
forse era apprensiva.
Comunque, io
l'ho sempre amata,
perchè in lei mi vedevo,
sia fisicamente
che nella personalità.
Ho apprezzato questi
versi dedicati.
Dora
Tre capiversi, ognuno con una sua ambientazione
la prima la definirei meccanicistica forse tecnologica, ma è riduttivo, e il termine che usi, madre e non mamma, qualifica questa freddezza matematica, la seconda . la più complessa, ha dei richiami nelle omelie delle funzioni del commiato, "egli vi saggerà come oro nel crogiuolo," ma la verbena che si fa largo tra conche di cemento, stride, ed è questo stridore, a mio avviso la cifra significativa del primo e del secondo capoverso. Nella conclusione mi pare di percepire una affermazione nella distinzione, un affrancamento un perentorio "Je suis" di cui la poesia è la liea di demarcazione.
Perdona la divagazione, ma i tuoi versi ricchi di immagini, lo esigono...
Complimenti
sergio
Sergio, ma che piacere e quale onore ricevere un tuo commento... davvero, sono rimasta sorpresa !
Grazie. Anna