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Utente eliminato
Pubblicata il 28/10/2002
La PACE del cuore o il PIACERE del sesso?

Questo duro retaggio dell’immaginario devoto
che vuole la pace del cuore in orrore del sesso,
che vuole l’amore di Dio in fervori ed ex-voto:
ha reclamato salvezza restando sol genuflesso!

La salvezza a cui mira nel bel paradiso divino,
dannando ogni pulsione dell’istinto e natura,
è solo eccelso egoismo del religioso pretino,
che associa i lieti piaceri all’eterna sventura.

La sciagura del corpo che l’assilla da sempre
lo tortura e rimanda solo ad ineffabili doni:
greve il corpo lo vede, quasi orribile ventre
in cui ingoia ogni forma di profani splendori.

Han timore del sesso, perché vogliono il cielo,
si sono inflitti una pena per la meta sublime:
così l’hanno chiamata per resistere al gelo,
nuova fiamma trovando oltre lieve confine.

Ma tortura più grande la infliggono ad altri,
che non mirano al cielo nel retorico modo:
questi eccelsi devoti sono solo più scaltri:
per la pace del cuore si son posti sul trono.

Da quel trono i superbi, proclamato divino,
hanno trattato l’amore, il sesso e passione
come sporche faccende da porre al confino:
godon la pace dei sensi dannando l’amore.

Il loro amore è sublime, si veste in candore,
il loro corpo e più puro, come l’anima pure:
hanno pensato che Dio aborrisca scialbore,
e gli eletti Lui voglia casti e senza lordure.

Quanti non hanno in preghiera uguale la pace,
solo forti passioni un po’ beate e un po’ dure,
sono additati meschini in cuor loro mendace,
da questi pii devoti, auguri d’eterne sventure.

Voglion godere la pace e tanta gioia infinita,
lasciando agl’altri la pena e duro il tormento;
non godere lor sanno la propria bella e pulita:
quella diversa da loro ne fanno grave lamento.

Scegli pure, devoto, la pace terrena del corpo,
beato anche in preghiera, in sublime pensiero;
non pensar tuttavia che tutto altro sia sporco:
tuo immaginario sacrale non è divino mistero.


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